“Dopo il caso di Erri De Luca, capisco molto bene Berlusconi e l’accanimento giudiziario contro di lui. E’ la mia rozza opinione, se dico altro rischio di essere incriminato e processato anch’io”. Sono le parole dello scrittore Mauro Corona, ospite, insieme al direttore de Il Giornale, Alessandro Sallusti, di Alessandro Milan nella sua trasmissione 24 Mattino (Radio24). Si dibatte del caso Erri De Luca, per il quale il pm Antonio Rinaudo ha chiesto 8 mesi di reclusione al termine della sua requisitoria al processo a Torino per alcune dichiarazioni dello scrittore sui sabotaggi alla Tav. Sallusti e Corona sono concordi nel ritenere sbagliata la richiesta del pm. “Viviamo in una democratura” – afferma lo scrittore trentino – “Devi stare attento alle parole, che non sono cani che con un fischio tornano indietro. Erri è l’unico amico che mi è rimasto. E’ una persona dolce e buona. Ma il problema è che ha un passato in Lotta Continua e secondo me questo ha influenzato i giudici. Io, ad esempio, a La Zanzara ho detto le stesse cose di Erri e non sono stato denunciato“. E aggiunge: “Probabilmente, e spero di non essere querelato per questo, si è voluto prendere lo scrittore come esempio di guerrigliero e farlo da deterrente ai No Tav, in modo da dare una lezione a uno per tirare le orecchie a tanti. Per me” – continua – “vale quello che disse Henry David Thoreau nel suo saggio “Disobbedienza civile”, un libricino che dovrebbe stare sul comodino di giudici e di gente normale: quando una legge è iniqua, bisogna ribellarsi civilmente. La frase sulle cesoie? Le cesoie non sono dinamite, servono anche a potare le vigne, non mi danno l’idea di terrorismo”. Sallusti osserva: “Erri De Luca ha passato la vita a fare il cattivo maestro, ma ha il diritto di farlo e non va arrestato per questo. No al carcere per le idee. La sua è sicuramente un’opinione forte, siamo sul filo dell’istigazione, ma a me spaventa che ci sia un giudice che stabilisca dove mettere questo filo: a destra o a sinistra”. E sottolinea: “Chi ha messo in atto le parole di De Luca va punito, come chi ha usato le cesoie. Se togliessimo però agli intellettuali il diritto di istigare, allora Pasolini non sarebbe mai esistito: sarebbe stato arrestato e poi dimenticato. Da Socrate in poi sarebbero stati arrestati tutti”. Poi la sua accusa ai ‘cinguettatori’ della rete: “Se fosse giusto condannare De Luca, allora due terzi del popolo di twitter andrebbe processato e condannato almeno a 8 mesi di reclusione, perché gli insulti e le minacce, che viaggiano sulla rete sono all’ordine del giorno. Io ne ricevo centinaia ogni giorno. Perché allora De Luca sì e Mario Bianchi no? Soltanto perché non è famoso?”
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