Domani saranno già 30 anni. Era il 23 settembre del 1985 quando i killer della camorra trucidarono Giancarlo Siani, il giornalista abusivo de “Il Mattino”, mentre si trovava a bordo della sua Mehari. Un omicidio che nonostante le condanne definitive resta per alcuni versi avvolto da una nebbia fitta fitta. I capiclan e per loro conto i sicari neppure immaginavano paradossalmente che quell’agguato avrebbe dato ancora più forza a Giancarlo Siani, il cronista, in attesa di contratto che investigava e raccontava i segreti delle cosche di Torre Annunziata e non solo. Nel suo nome, grazie al fratello Paolo, ne resta forte il ricordo e l’esempio. Almeno tre generazioni di cronisti hanno seguito le sue orme. Lo scrittore Erri De Luca che ha dedicato a Giancarlo un bellissimo racconto “Il cronista scalzo” non ha dubbi : “L’avrei incontrato in Val Susa”. Giancarlo aveva un solo obiettivo: narrare la verità. Giancarlo è diventato simbolo di tutti ed eroe della lotta alla camorra come hanno dimostrato le scene di ieri mattina a Torre Annunziata. La Mehari di Giancarlo ha ripercorso dopo 30 anni le strade del comune alla porte di Napoli accompagnata da diecimila studenti in corteo giungendo davanti al Palazzo Fienga, storica roccaforte della famiglia-clan Gionta. La camorra ha perso. Slogan, cori, entusiasmo nel nome di quel giovane cronista che semplicemente raccontava e documentava i fatti. Come sempre dovrebbe essere senza guardare in faccia a nessuno. Giancarlo davvero vive oltre la morte.
Non si tratta di trascendenza ma di segnali inequivocabili come l’aver ripescato la sua auto acquistata all’asta giudiziaria da un siciliano e abbandonata in un una campagna. Recuperata la Mehari si è rimessa in viaggio diventato un simbolo di legalità e suscitando emozioni e sentimenti per i tanti che la camorra la vogliono affrontare e sconfiggere. E mentre cominciava il viaggio – a ottobre 2013 – è deceduto il mandante di quell’orribile omicidio Angelo Nuvoletta. L’ultimo episodio di “presenza” di Giancarlo è accaduto nel corso della preparazione di un documentario. Un autore mentre frugava nelle teche Rai a caccia di materiale d’epoca si è imbattuto in un filmato girato da una troupe di un Tg per un servizio su di un corteo anticamorra a Torre Annunziata. Tra i partecipanti si scorge l’inconfondibile Mehari. Si, proprio la Mehari.
A guidarla è Giancarlo, che seguiva da inviato de “Il Mattino” una manifestazione di protesta pochi giorni dopo la strage di Sant’Alessandro. Un’immagine inedita trovata sotterrata negli archivi dal gruppo di lavoro che per conto di Rai Storia ha prodotto il documentario curato da Alessandro Chiappetta con la regia di Graziano Conversano “L’estate sta finendo – storia di Giancarlo Siani” e in onda mercoledì 23 settembre, alle ore 21.30, su Rai Storia tasto del digitale terreste 54. Un fotogramma dove si vede Giancarlo con una camicia a mezze maniche di colore rosso che a passo d’uomo segue il corteo a bordo della sua Mehari. Un frammento che ci restituisce il volto giovane, spensierato di Giancarlo, semplicemente un ragazzo che amava raccontare le notizie con lo sguardo di chi cerca e documenta solo la verità.