I primi cittadini di Giugliano, Acerra e Afragola si sono rifiutati di prestare i territori dei loro comuni per le riprese della serie televisiva. Il questore di Napoli: "Certi programmi tv sono offensivi e per niente rappresentativi della realtà che vogliono rappresentare". Lo scrittore campano: "Che la politica limiti la libertà di espressione artistica la dice lunga sulla convinzione che sia sufficiente bloccarne il racconto perché la criminalità smetta di esistere”
Il carrozzone di Gomorra 2 sbarca a Mugnano, il comune alle porte di Napoli, che a differenza di altre amministrazioni ha autorizzato alcuni giorni di lavorazione per le riprese delle scene della fortunata serie prodotta da Sky. Sopralluoghi e location già definiti ma segretissimi per evitare curiosi ma soprattutto non attirarsi addosso polemiche. La nuova parola d’ordine della produzione è lavorare nel massimo riserbo. L’autorizzazione al ciak, si gira, non è più così scontata. Il clima è cambiato dopo il secco rifiuto dei sindaci di Giugliano, Acerra e Afragola di prestare i loro territori per le riprese.
I primi cittadini preoccupati e spaventati nel vedersi ambientare sequenze della fiction tutta sangue e sparatorie nei quartieri, rioni, piazze, strade e vicoli hanno preferito esercitare il proprio veto. E trovano appoggio anche nelle parole del questore di Napoli, Guido Marino. “Certi programmi tv sono offensivi e per niente rappresentativi della realtà che vogliono rappresentare: arrivare alla conclusione che lo Stato è assente, è banale. E lo trovo offensivo, fuorviante e approssimativo come diagnosi e come prognosi”ha detto il questore partenopeo a Radio24. Sono tanti, infatti, i sindaci della cinta vesuviana che, in nome della lotta ai clan e al crimine organizzato, hanno censurato la fiction. Ma accade che nonostante il benestare – per esempio a Portici – c’è chi si organizza e inscena proteste contro attori e troupe. E’ accaduto – giovedì scorso – nei pressi del cimitero del piccolo comune dell’hinterland partenopeo scelto come location principale per alcune scene. Un sit-in con tanto di striscione su cui c’era scritto “Via Gomorra da Portici, il magistratro-sindaco benedice la camorra spettacolo”. Il riferimento è Nicola Marrone, ex poliziotto e magistrato prestato alla politica che senza batter ciglio ha acconsentito il set.
Dopo la pausa di domenica, la produzione di Gomorra 2, oggi si è spostata a Varcaturo. Filtra dallo staff che le riprese termineranno comunque nel quartiere Scampia, periferia nord di Napoli ed epicentro della narrazione nata da un’idea dello scrittore Roberto Saviano e che porta il titolo del suo bestseller. Il debutto sul piccolo schermo di Gomorra 2 è previsto ad aprile, quando gli abbonati Sky potranno guardare la seconda stagione. Un evento atteso non sono in Italia ma in oltre 70 paesi che hanno già acquistato i diritti della fiction di successo planetario. Il dibattito comunque infuria c’è un ampio schieramento di intellettuali ma anche di addetti ai lavori che senza mezzi termini accusa la serie Gomorra di veicolare in tv modelli sbagliati e provocare una fascinazione criminale.
Un nome su tutti è il regista Antonio Capuano, che ha presentato il suo nuovo film-documentario “Bagnoli Jungle” al festival del cinema di Venezia. L’autore di “Luna Rossa” ha bocciato la fiction anche se di un successo strepitoso perché diventata una griffe culturale per le nuovissime generazioni che alle spalle non hanno né tetto né legge. Polemiche che si aggiungono alla scelta dei primi cittadini di proibire le riprese. Come è il caso di Antonio Poziello, sindaco di Giugliano, terza città della Campania, che non solo non ha dato il suo consenso alla lavorazione ma ha “minacciato” ritorsioni giudiziarie se alcune scene già registrate nello scorso mese maggio, in locali privati avessero mostrato il territorio. “Mi auguro che gli autori vorranno avere un rispetto ed una considerazione di questa città diversi da quelli che le hanno tributato in precedenza. In caso contrario, siamo pronti a portare la produzione in tribunale”.
Stessa scelta per i sindaci di Afragola, Domenico Tuccillo, e Acerra, Raffaele Lettieri. Rifiuti che hanno indotto lo scrittore Roberto Saviano a replicare : “Che la politica limiti la libertà di espressione artistica la dice lunga sulle sue derive autoritarie e, soprattutto, sulla convinzione fallace che sia sufficiente bloccarne il racconto perché la camorra smetta di esistere”.