Intervista di Giovanni Floris al direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, durante la trasmissione Dimartedì (La7). Il primo tema affrontato concerne l’intervento del premier alla direzione del Pd. “Ora è un buon momento per lui” – osserva Travaglio – “perché, a parte l’ennesimo sfarinarsi della sua opposizione interna, le notizie sull’economia del Paese reale dopo tanti mesi segnalano un timidissimo ottimismo, che poi Renzi è abilissimo ad amplificare in una specie di boom economico senza eguali nella storia e negli altri Paesi”. E aggiunge: “La tragedia è che, appena Renzi nel suo discorso ha affrontato il tema della riforma costituzionale, c’è stato un crollo verticale, che denota un analfabetismo istituzionale e costituzionale che fa impressione, perché stiamo parlando della nostra Costituzione, non della riforma del codice della strada. Il presidente del Consiglio” – continua – “non può dare ordini del presidente del Senato: il primo è espressione del Parlamento, il secondo sta sopra di lui. C’è stata una grave intimidazione, quando Renzi ha detto quello che non può fare il presidente del Senato, e cioè riaprire la discussione su un comma della legge Boschi. Sappiamo invece che Grasso non solo può, ma lo deve fare. L’analfabetismo di Renzi è sia nel metodo, sia nel merito“. Durissima la critica sulla riforma del Senato: “E’ importantissima per Renzi, perché lui deve dimostrare di averlo più lungo dei suoi oppositori portando a casa questa riforma. Il merito è una schifezza, riconosciuta come tale da tutti i migliori costituzionalisti e da tutte le persone che hanno voglia di leggerla. C’erano due strade: cambiare i poteri del Senato, mantenendolo comunque come organo costituzionale degno di questo nome, oppure abolire il Senato. Togliere quasi tutti i poteri del Senato per trasformarlo, come ha detto Ainis, in una cameretta dove si va a lavorare gratis perché il tuo lavoro è inutile e quel lavoro è fatto da persone elette per fare un altro mestiere non sta né in cielo, né in terra. Se il Senato non conta più niente, tanto vale abolirlo. Servirebbe solo a distribuire posti“. Il direttore de Il Fatto Quotidiano, poi, osserva: “Per Renzi che gli elettori possano scegliere i senatori è da evitare come la peste bubbonica. Qui si non si parla più di elezione, ma di designazione e poi di ratifica dei consiglieri regionali. Noi avevamo il bicameralismo perfetto, che non ci piaceva, adesso abbiamo il bicameralismo incasinato. La regola è: ‘famolo strano’“. Travaglio spiega la riforma del Senato così come prospettata dal governo Renzi e sottolinea: “E‘ una follia totale. Ora la partita non è tra Renzi e le opposizioni, ma tra lui e noi cittadini. Se vince Renzi con la sua proposta di bicameralismo incasinato, chi perde non è la minoranza Pd, di cui non frega niente a nessuno, ma noi cittadini“
La7 - 23 Settembre 2015
Travaglio: “Riforma Senato? Passiamo dal bicameralismo perfetto a quello incasinato. Famolo strano”
La Playlist La7
- 09:07 - Regionali: Romano (Nm), 'riflettere per rinsaldare unità centrodestra'
Roma, 19 nov. (Adnkronos) - "Il centrodestra perde alle Regionali in Umbria e in Emilia Romagna. Un dato su cui occorre riflettere e che riguarda la vicinanza alle problematiche del territorio, senza considerare il forte astensionismo. Noi moderati ottiene un ottimo risultato di partito. In Umbria triplichiamo i voti raggiungendo il 3% ma anche in Emilia Romagna cresciamo in modo netto. Nessuna diretta conseguenza del voto sul Governo nazionale che può proseguire nel suo percorso ma sono sicuro che un’attenta analisi del voto non potrà che rinsaldare l’unità delle forze che lo compongono e l’azione di governo". Lo dice Saverio Romano, coordinatore politico di Noi moderati.
- 09:03 - Regionali: Donzelli, 'dovevamo subire batosta ma centrodestra conferma consenso'
Roma, 19 nov. (Adnkronos) - "Se guardiamo a due mesi fa, il centrodestra avrebbe dovuto subire una batosta. Abbiamo perso, gli elettori hanno sempre ragione, e se ne deve prendere atto. Ma una cosa ci terrei a dirla, come premessa da cui è impossibile prescindere. Nelle tornate regionali, da quando siamo al governo, abbiamo vinto in 11 regioni e perso in 3. Il centrodestra conferma il suo consenso sul territorio". Lo dice Giovanni Donzelli, responsabile Organizzazione di Fratelli d'Italia, intervistato dal 'Corriere della Sera'.
- 08:58 - Regionali: Boccia, 'intorno a Pd coalizione che manderà a casa peggior Governo destra'
Roma, 19 nov. (Adnkronos) - I risultati delle elezioni in Emilia Romagna e Umbria "dicono con chiarezza che intorno al Pd si può costruire la coalizione che manderà a casa il peggior governo di destra della storia della Repubblica". Lo dice Francesco Boccia, capogruppo Pd al Senato, i ntervistato dal 'Corriere della Sera'
"Il cammino iniziato con il congresso di un anno e mezzo fa -spiega- ha aperto una nuova stagione politica. La strada è lunga ma tracciata. C’è una nuova generazione che si è fatta avanti come dimostrano Elly, Michele in Emilia-Romagna e Stefania in Umbria. E i loro profili hanno dentro la risposta: sinistra moderna, europeista, alleata al terzo settore e al cattolicesimo democratico".
- 01:06 - Bjk Cup Finals, Italia batte Polonia 2-1 e vola in finale
Malaga, 18 nov. - (Adnkronos) - La coppia azzurra composta da Sara Errani e Jasmine Paolini supera 7-5, 7-5 nel doppio Katarzyna Kawa e Iga Swiatek, e porta l'Italia a battere 2-1 la Polonia e conquistare un posto nella finale alla Billie Jean King Cup per il secondo anno consecutivo. Grande impresa delle azzurre del doppio che hanno annullato tre set point nel primo parziale, vincendo poi sei game consecutivi nel secondo set. Sara Errani e Jasmine Paolini erano sotto 1-5, ed hanno rimontato per trionfare 7-5 arrivando in finale per la settima volta nella storia di questa competizione.
- 00:03 - Regionali, vittoria doppia per il centrosinistra: Pd esulta, ma gli alleati soffrono
Roma, 18 nov. (Adnkronos) - Il centrosinistra agguanta il 2 a 1 alle elezioni regionali, nella tornata d'autunno 2024, e il Pd di Elly Schlein esulta per la doppietta. Un trionfo in Emilia Romagna con Michele De Pascale. Una vittoria meno larga per Stefania Proietti in Umbria, ma decisiva. Un risultato, quello umbro, incerto fino alla vigilia, con lo 'spauracchio Bandecchi' ad agitare la coalizione progressista poi svanito con il passare delle ore e il consolidarsi dei voti per la candidata sostenuta dal centrosinistra. Un successo particolarmente importante per Schlein. Interno ed esterno. Il Pd vola e la vittoria seda malumori emergenti tra i riformisti dem per la gestione della partita ligure.
Resta però aperto il capitolo alleanze. Intanto, il successo non arriva allo stesso modo per tutte le forze del centrosinistra. Il voto in Emilia e Umbria conferma la tendenza della Liguria, la regione persa di un soffio: il Pd cresce e 'cannibalizza' gli alleati. I dem toccano percentuali bulgare in Emilia con lo sfondamento oltre il 42 per cento. E anche in Umbria il Pd è primo partito a quota al 30,43% staccando di parecchio Fdi. In entrambe le regioni c'è una crescita consistente dei dem rispetto alle europee.
Per gli alleati la musica diversa: leggermente al di sotto del risultato delle europee Alleanza Verdi e Sinistra e, come in Liguria, male i 5 Stelle in calo di consensi rispetto al voto di giugno: era l'8,9% in Umbria contro l'attuale 4,74% e al 7,2% in Emilia contro il 3,55%. Le liste centriste stanno sull'ordine di un paio di punti percentuali. A differenza della Liguria, persa, in Emilia e in Umbria anche Iv (senza simbolo) era in coalizione. Se ci fossero stati anche in Liguria si starebbe parlando di 3 a 0? Non ci sarà mai la controprova ma l'alleanza ampia vince nelle due regioni in cui si è presentata e Matteo Renzi arriva puntuale come un orologio a sottolinearlo: "Il centrosinistra unito vince. Il centrosinistra diviso perde. Lo dice la matematica da sempre, lo conferma la politica oggi".
Per Schlein le vittoria di Emilia e Umbria sono la conferma dello schema 'testardamente unitaria' a cui lavora, con alterne fortune, da mesi. "E' il segno di una vittoria che è la vittoria della coesione di una squadra e di una coalizione, e anche dell'unità e della coesione del Partito democratico. E' il segno di dove possiamo arrivare quando siamo uniti e compatti attorno a un obiettivo", scandisce la segretaria.
Il racconto della giornata è in due fasi: il festeggiamento a Bologna per la vittoria schiacciante di De Pascale, accompagnato al comitato da Schlein e Stefano Bonaccini, mentre in Umbria il risultato era ancora aperto. "Una bellissima vittoria, una vittoria emozionante quella di Michele De Pascale'', esultava la segretaria del Pd. Una vittoria anche sulle polemiche durissime con il centrodestra sull'alluvione. Il neo governatore chiama subito in causa Giorgia Meloni chiedendo di aprire una fase nuova: "E' stato un anno e mezzo di scontri. Da questa campagna elettorale deve finire la speculazione politica e deve iniziare una nuova collaborazione istituzionale. Io spero, già nei prossimi giorni di poter incontrare la presidente del Consiglio e su questo poter segnare un cambio un cambio di passo", dice De Pascale 'offrendosi' di assumere la "responsabilità" di nuovo commissario alla ricostruzione nei territori coinvolti dalle alluvioni.
Poco dopo i festeggiamenti a Bologna, con il consolidarsi della vittoria in Umbria dai dem, arriva l'annuncio che la segretaria andrà a Perugia al comitato di Stefania Proietti. E qui è attesa per il festeggiamento meno scontato e più importante della tornata elettorale d'autunno. Per il Pd e per lo sforzo unitario perseguito da Schlein. Ma che si vada verso una alleanza strutturale è ancora tutto da vedere. Una risposta dovrebbe arrivare dalla Costituente dei 5 Stelle sabato e domenica a Roma. A cui Conte fa riferimento nella telefonata con Proietti: "Vittoria strepitosa, promesse last minute centrodestra non hanno ingannato gli umbri. Nessun dubbio fossi tu la candidata migliore. Stiamo preparando Nova, siamo in dirittura d’arrivo; non riesco a raggiungerti per festeggiare e abbracciarti, la Costituente mi blocca a Roma". Avs intanto non ha dubbi: "Avanti con alleanza, non dismettere il progetto messo in campo qui in Umbria", dice Elisabetta Piccolotti.
- 20:32 - **G20: Italia aderisce ad Alleanza contro fame e povertà, Meloni ‘noi in prima fila’**
Rio de Janeiro, 18 nov. (Adnkronos) - Nella ‘città meravigliosa’, ma anche “sintesi delle contraddizioni del mondo” (copyright Luis Inàcio Lula da Silva), il G20 dà disco verde all’Alleanza contro la fame e la povertà, iniziativa testardamente voluta dal presidente brasiliano, ‘bandiera’ del summit di Rio de Janeiro, per “porre fine a una vergogna dell’umanità”. Del resto il G20, ha ricordato il ‘padrone di casa’, rappresenta l’85% del Pil mondiale, ed è chiamato a rispondere a numeri che mettono i brividi, ovvero 700 milioni di persone in condizioni di povertà estrema, con l’aggravante che per la metà si tratta di bambini costretti a vivere con meno di 2,15 dollari al giorno, così poco da non riuscire nemmeno a garantire acqua potabile e cibo per sfamarsi.
Mentre gli sherpa continuano a lavorare sulla dichiarazione finale e a sciogliere i nodi delle guerra in Ucraina e Medio Oriente, anche l’obiettivo che sembrava a portata di mano -l’intesa contro fame e povertà- in un primo momento appare vacillare, con uno stop del presidente argentino Javier Milei che sembra volersi tenere fuori anche da questa partita. La ferita si rimargina in tarda mattinata: anche l’Argentina entra nell’alleanza, seppur con alcuni distinguo.
Gli altri Grandi del mondo riuniti nella città carioca non mostrano invece alcun tentennamento. Compresa la premier Giorgia Meloni, che “aderisce convintamente” all’Alleanza voluta da Lula, ricordando, nel suo intervento alla prima sessione di lavori del summit, quanto fatto dal G7 a guida italiana, con l’Apulia Food Systems Iniziative promossa al vertice di Borgo Egnazia.
“Sono convinta che la cooperazione tra G7 e G20, anche e soprattutto su questi temi – avrebbe detto la premier, a quanto si apprende -, possa essere decisiva per trovare soluzioni concrete ed efficaci alla complessità delle sfide del nostro tempo. Sfide sempre più interconnesse, che ci dicono una cosa estremamente importante: i problemi del Sud sono anche i problemi del Nord del mondo, e viceversa”.
Contrastare la fame nel mondo e la povertà, avrebbe sottolineato Meloni, “è certamente una delle sfide più ambiziose e complesse che affrontiamo”. Sfide rese ancor più complicate dalle guerre con cui il pianeta è chiamato a fare i conti. La premier avrebbe fatto riferimento sia all’Ucraina che al Medio Oriente nella prima sessione di lavori del summit, rimarcando come, nella guerra in Ucraina, anche il grano sia stato usato come arma, “come strumento di guerra, colpendo soprattutto le nazioni più deboli”. E ricordando l’impegno di Italia in Medio Oriente per aiutare le popolazioni civili: “l'iniziativa Food for Gaza abbiamo consegnato 47 tonnellate di prodotti di prima necessità”.
Ma la presidente del Consiglio, nel suo intervento, sarebbe tornata anche su temi cari a lei e al suo governo. Come il no agli alimenti sintetici destinati, a suo dire, ad acuire il gap tra Paesi ricchi e poveri. Per contrastare la fame nel mondo, il suo ragionamento, è fondamentale il ruolo della ricerca, “ma voglio essere chiara: non per produrre cibo in laboratorio. Perché significa andare verso un mondo nel quale chi è ricco potrà mangiare cibo naturale e a chi è povero verrà destinato quello sintetico. E non è il mondo nel quale voglio vivere”.
Altro tema battuto con convinzione è quello dell’identità: “se vogliamo raggiungere la sicurezza alimentare, dobbiamo prima di tutto difendere il diritto di ogni popolo e di ogni Nazione di scegliere il modello produttivo e il sistema di alimentazione che reputano più adatto alle proprie caratteristiche”. Ogni Nazione, il ragionamento della premier, ha le sue peculiarità e le scelte non possono che partire dai territori, dalle realtà locali, dalla propria cultura.
“Anche perché un rapporto più forte tra territorio, popolo e lavoro consente anche di ottenere cibo di maggiore qualità e catene di produzione sostenibili. Identità, come sempre, significa ricchezza”, la sua convinzione. Poi a margine dei lavori, i bilaterali con l’indiano Narendra Modi, il principe ereditario dell’Emirato di Abu Dhabi Sheikh Khaled bin Mohamed bin Zayed Al Nahyan, il presidente della Banca Mondiale Ajay Bangra e il primo ministro canadese Justin Trudeau, per un primo passaggio di consegne della presidenza del G7, con la raccomandazione di non dimenticare l’impegno per l’Africa.
Quanto all’Alleanza contro fame e povertà stretta oggi a Rio, difficile capire se Meloni abbia avuto un ruolo per far sì che anche l’Argentina di Milei rientrasse nella partita. “La presidente parla con tutti…”, si limitano a rispondere da Palazzo Chigi. Domani, terminato il vertice, la premier lascerà Rio per raggiungere Buenos Aires e iniziare la sua visita ufficiale nel Paese guidato da Milei.
- 20:17 - Umbria: Sereni, 'vittoria piena, premiata unità forze progressiste'
Roma, 18 nov. (Adnkronos) - "Una vittoria piena, frutto di una battaglia limpida nella quale si sono confrontate due idee alternative di Umbria. Sono state riconosciute e premiate la competenza, la serietà e l’entusiasmo di Stefania Proietti, le sue capacità amministrative e il suo profilo civico". Così in una nota Marina Sereni della segreteria del Partito Democratico.
"E’ stata premiata l’unità ampia delle forze progressiste e democratiche che si sono riconosciute in un progetto per l’Umbria basato sulle vere emergenze della nostra comunità regionale: sanità pubblica, welfare, lavoro dignitoso, infrastrutture, sviluppo sostenibile, innovazione. Non posso che esprimere soddisfazione anche per l’importante risultato del Partito Democratico che, sotto la guida di Elly Schlein, si conferma il primo partito anche in Umbria".
"Resta la preoccupazione e l’amarezza per l’alta percentuale di astensione, che dovremo continuare a contrastare investendo, anche dal governo regionale come già avviene a Perugia, su nuovi strumenti di partecipazione e di coinvolgimento dei cittadini e delle cittadine”.