Io sto con Erri. Non una, cento, mille volte. E chiedo a chiunque la pensi come me di firmare una petizione, di fare un click, di far sentire la propria voce contro una giustizia miope. Chiunque conosce Erri sa che è la persona più mite di questo mondo. Il suo passato è stato, diciamo, più “movimentato”, ma non si processa, oggi, un uomo per la sua appartenenza a Lotta Continua ( questo è trapassato remoto). Otto mesi di galera per istigazione al sabotaggio sulla vicenda Tav, questa la pena richiesta dai pm di Torino.
Non siamo in Siria, non siamo nella Russia sovietica da “Buio a mezzogiorno”, libro iconico sulle epurazioni staliniste. Da noi non si mettono le parole dietro le sbarre.
Dieci giorni fa chiesi a Erri di seguirlo per un’intervista per il suo libro in uscita. Mentre lui scalava, falangi sulle prese, io tutt’al più, sarei rimasta sotto. Mi rispose: “Mi dispiace, non ci sarò la prossima settimana”. Senza alcun cenno alla data imminente del processo.
Gli ho mandato un attestato di stima. E lui: “Questo tuo messaggio è molto più di fare qualcosa”.
Erri è così, la quintessenza della gentilezza, ha un garbo d’altri tempi. Di un’onestà intellettuale, sempre più rara di questi tempi, non ha mai cambiato casacca e orientamenti. Non ha rinnegato nulla del suo passato.
L’avvocato di Erri, rivolto al giudice, gli ha chiesto se le parole di De Luca che inducono a una riflessione possano essere pronunciate in un sistema democratico. Se la risposta è sì, allora Voltaire può continuare a esprime sue idee ( e noi possiamo continuare a studiarlo come portatore dell’Illuminismo). Se è no, allora anche Voltaire può essere arrestato.
Si ritorna in aula il prossimo 19 ottobre. Intanto il web si è scatenato: fra i tanti commenti sulla mia pagina di Facebook, quello del chirurgo Massimiliano Badalamenti: “Mi fa paura il paese che amo tanto, la mia Italia. Vogliono colpire De Luca, per toglierlo di mezzo tra i simboli di riferimento della massa. Ha senso, strategia militare elementare pura”. Cosa fanno, adesso ci arrestano tutti? Erri non è il primo scrittore censurato. Ma noi, uomini liberi di pensiero, senza essere Voltaire con tutte le nostre forze (e i nostri click) vogliamo che sia l’ultimo.
Twitter@januariapiromal