Il flusso è desinato ad aumentare nei prossimi mesi. Intanto in Ungheria in un solo giorno hanno varcato il confine 10mila persone mentre nei Balcani continua il blocco incrociato delle frontiere tra Croazia e Serbia
Milioni di persone potrebbero raggiungere l’Europa nei prossimi mesi. A sottolinearlo è stato il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk: ” E’ chiaro che la grande marea di rifugiati deve ancora arrivare. Dovremmo parlare di milioni dalla sola Siria, senza contare Iraq, Afghanistan, Eritrea e altri posti”. La soluzione proposta da Tusk a margine del vertice europeo è modificare le politiche di entrata.
Sulla stesso ordine di grandezza le previsioni del premier turco Ahmet Davotoglu: in una lettera ai leader Ue, prevede sette milioni di profughi siriani entreranno nei prossimi mesi in Turchia con l’obiettivo di lasciarla per raggiungere l’Europa. Per questo chiede che i migranti siano accolti in territorio siriano tramite la costruzione di una zona sicura. Ma al momento questa soluzione appare difficile per l’opposizione di Germania, Francia e Gran Bretagna. La proposta europea sarebbe invece quella di liberalizzare i visti in cambio di un maggior sostegno turco nella lotta al traffico di essere umani.
Intanto gli arrivi non si fermano: oggi in 45 minuti, 1200 persone provenienti dalle coste turche sono sbarcate sull’isola di Lesbo. In Ungheria, invece, hanno varcato la frontiera oltre 10mila persone, cifra mai raggiunta fino ad ora. La Polizia non è quindi riuscita a identificare tutti i migranti che hanno potuto entrare in Austria senza controlli, diretto poi verso la Germania.
La tensione rimane alta anche nei Balcani. Le frontiere tra Croazia e Serbia sono, infatti, bloccate a causa dei provvedimenti incrociati dei due paesi: Zagabria respingerà tutti i cittadini e le macchine serbe che proveranno ad entrare nel suo territorio.”Non posso permettere che il governo serbo ci tratti da imbecilli e che tutti, ma proprio tutti i profughi vengano diretti verso la Croazia” ha affermato il premier Zoran Milanovic. La decisione è una reazione al divieto di ingresso in Serbia del cargo proveniente dalla Croazia, risalente a tre giorni fa. Milancovic si è detto disponibile a riaprire i confini solo se una parte dei migranti verrà indirizzata verso la frontiera con l’Ungheria.