Accade spesso a chi difende veramente gli interessi generali e va contro le varie e potenti lobby del cemento e degli affari immobiliari. Non è un mistero che Renato Soru da quando diventò presidente della Sardegna e iniziò a legiferare seriamente per difendere le coste regionali dall’assalto dei cementificatori, abbia coltivato numerosi nemici e detrattori. Dal 2004, anno di elezione di Soru, iniziò un lavoro serio di programmazione che portò la nostra isola ad avere un modello di pianificazione urbanistica serio e ben orientato alla difesa del patrimonio e alla sua conservazione. Modello preso ad esempio a livello Europeo.
Venne così ideato il Piano paesaggistico sardo che imponeva regole precise e serie per le nuove costruzioni e impediva una speculazione selvaggia sulle coste. Da quel momento il centrodestra e il partito trasversale del mattone iniziarono una battaglia fatta di mistificazione e demagogia con Berlusconi in prima linea, che portò all’elezione di Ugo Cappellacci nel 2009.
Negli ultimi 5 anni di governo di centrodestra i tentativi di smantellare il Piano e le sue regole furono tanti e maldestri, ma la sua struttura portante e ben legiferata – per fortuna della Sardegna – è ancora in piedi, nonostante tutto. Per tutti questi motivi appaiono molto pretestuose e soprattutto demagogiche le accuse che negli ultimi anni e ancor oggi sono state rivolte all’odierno europarlamentare Soru. Nello specifico, gli si rimprovera di voler speculare all’interno di alcune sue proprietà e di aver avuto vantaggi dal Piano paesaggistico.
La realtà documentata è invece diversa e ben chiara e precisa. Lasciando da parte i colori della politica, in questa occasione ancor di più bisogna essere onesti intellettualmente. Con l’entrata in vigore, nel 2006, il Ppr, voluto da Soru, lui stesso dichiara di aver “cancellato una pianificazione già approvata di 60mila metri quadri a Scivu, nei terreni di mia proprietà”.
Solo per questo motivo, nell’ex colonia denominata Funtanazza, la possibilità edificatoria s’è dimezzata, passando da 70 mila metri cubi a 40 mila. Risulta, pertanto, evidente che nessun vantaggio personale Soru ebbe da tale legge ma anzi, ne subì una imponente perdita. Il tutto in un’ottica di interesse generale e non certo personale. Più volte Soru ha anche annunciato di essere sempre disponibile alla cessione a titolo gratuito dell’area di Scivu, rimettendola alla Conservatoria delle coste o comunque nella disponibilità del patrimonio pubblico.
Pertanto nessuna speculazione ma semplicemente un recupero delle strutture esistenti diminuendo l’impatto ambientale e le volumetrie esistenti. Il tutto con norme generali e nell’interesse di tutta la Sardegna e di chi veramente la ama. Per questi motivi che bisogna essere grati a Renato Soru per la sua attività politica lungimirante. Chi ama veramente la Sardegna sa come negli anni precedenti ci siano state speculazioni selvagge e massicce che hanno solo creato mostri di cemento direttamente sul mare. E negli ultimi 5 anni di governo di centrodestra i segni sono ad oggi purtroppo visibili con la legge denominata piano casa. Che ha permesso ecomostri come quelli a Golfo Aranci.
Insomma prima di seguire le sirene della demagogia spicciola e del partito trasversale del cemento sarebbe sempre meglio legarsi all’albero della verità.