Invitalia ha comunicato di non avere più fondi per finanziamenti e agevolazioni. Lasciando senza risorse i giovani imprenditori che avevano presentato un progetto. E che attendevano solo la delibera per il pagamento. Interrogazione alla Camera. Catanoso: “Così Renzi toglie ai giovani la possibilità di fare impresa”
Un taglio alle startup. Con la cancellazione delle misure per la microimpresa e il lavoro autonomo. Mettendo in difficoltà migliaia di società appena fondate che contavano di ottenere finanziamenti e agevolazioni per lanciare le loro attività. E che adesso devono invece fare i conti con la novità annunciata da Invitalia. L’Agenzia nazionale per lo sviluppo di impresa, controllata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, qualche settimana fa ha infatti reso noto che “per l’esaurimento delle risorse finanziarie dal 9 agosto 2015 non è più possibile presentare nuove domande di ammissione alle agevolazioni per l’Autoimpiego”.
PROTESTE GENERALI L’allarme sul futuro di molte imprese nascenti è stato lanciato dal deputato di Forza Italia Basilio Catanoso che ha raccolto le proteste di migliaia di giovani presentando un’interrogazione parlamentare. E con lui, anche la deputata Catia Polidori ha deciso di sollevare la vicenda nel question time della prossima settimana alla Commissione Attività Produttive di Montecitorio. “L’annuncio di Invitalia ha gettato nel panico i giovani che avevano avanzato la richiesta dei benefici previsti dalla legge”, afferma Catanoso. “La novità è arrivata ad agosto quando molti richiedenti avevano già depositato la documentazione necessaria. Senza dimenticare coloro che avevano già ottenuto il via libera ai finanziamenti, ma non hanno ricevuto ancora i fondi. Su tutto questo attendiamo di conoscere l’orientamento del governo”, incalza l’esponente azzurro.
CARTE IN TAVOLA – Il decreto legislativo 185 del 2000 prevede misure per incentivare l’imprenditorialità, attraverso il cosiddetto prestito d’onore a giovani compresi tra i 18 e i 35 anni. La legge indica tre diverse categorie a cui poter fare richiesta: lavoro autonomo, in forma di ditta individuale, con investimenti complessivi previsti fino a 25.823 euro; microimpresa, in forma di società, con investimenti fino a un massimo di 129.114 euro; e franchising, sia in forma di ditta individuale che di società, da attuare con un franchisor accreditato presso Invitalia per l’apertura di aziende con marchi già presenti sul mercato. Ma con l’annuncio dell’Agenzia, risalente allo scorso 8 agosto, i rubinetti sono stati chiusi all’improvviso. Creando una situazione ancora da chiarire nei suoi esatti contorni: 180 progetti erano per esempio stati approvati, ma sono ancora in attesa di delibera. Non meno complicata la situazione delle 2.200 imprese costituitesi per ottenere i benefici previsti dalla legge e che attendevano ancora la valutazione dopo aver presentato gli incartamenti. “Tutte le società che hanno deciso di intraprendere un percorso imprenditoriale grazie all’aiuto del decreto legislativo 185 del 2000 hanno dovuto sostenere dei costi iniziali per costituzione, atti notarili, partita Iva, eccetera. Questi costi, non ottenendo più aiuti, stanno trasformandosi in perdite pure”, denuncia Catanoso.
TAGLI PERICOLOSI – I richiedenti, tra l’altro, sono per lo più giovani alla prima esperienza nel mondo dell’imprenditoria. “Molti hanno aperto locali, altri hanno potuto avviare uno studio professionale”, aggiunge Catanoso. Che spiega: “Probabilmente l’orientamento del governo è di innalzare le soglie per i finanziamenti, favorendo chi è già strutturato in termini imprenditoriali. Ma prima di tirare le somme, attendiamo una risposta ufficiale”. L’obiettivo dell’interrogazione è far sbloccare le risorse per ridare fiato al decreto del 2000. “Questo è un governo che afferma una cosa e ne fa un’altra”, attacca Catanoso: “Tipico di Renzi che dice di voler sostenere i giovani, salvo sottrargli poi la possibilità di fare impresa”.
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