La Flamingo Intervest Ltd e la Marcanti Ltd sono accusate di fornire informazioni ingannevoli agli utenti, di addebitare costi mai richiesti e di farsi pubblicità tramite commenti falsi
Aste online “al centesimo” per aggiudicarsi prodotti a prezzi bassissimi: allettanti ma insidiose. L’Antitrust ha multato per un milione di euro due operatori del settore, accusati di fornire informazioni ingannevoli e omissive. Nelle aste di questo tipo, dove spesso si cerca di vincere gli ultimi modelli di apparecchi tecnologici, è imposta la partecipazione a pagamento: per effettuare le puntate, bisogna aver prima comprato dei crediti. Poi, a partire dal prezzo iniziale, gli utenti possono alzare le offerte solo di un centesimo per volta. Il cliente che effettua l’ultima puntata si aggiudica il diritto di acquistare il prodotto al prezzo finale d’asta. E’ nel quadro di questa attività che l’Antitrust ha multato per 700mila euro la società Flamingo Intervest Ltd, con sede nelle Isole Vergini britanniche, e per 300mila euro la Marcandi Ltd, con sede in Inghilterra.
L’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato ha ricevuto più di 300 segnalazioni sulla condotta della Flamingo che, attraverso i siti www.dandybids.com, www.wippy.com, www.bogabids.com e www.ziinga.com, addebitava sulle carte di credito degli utenti il costo di un abbonamento mai richiesto. La cifra andava da un minimo di quasi 40 euro a un massimo di circa 80 euro al mese. Per appropriarsi dei numeri delle carte l’operatore utilizzava delle finestre pop-up o un’intensa attività di mailing, tramite le quali prometteva un premio ottenibile col solo pagamento di 2 euro di spese di spedizione: i clienti decidevano così di registrarsi a uno dei siti. Il premio non veniva mai consegnato, ma la Flamingo inviava richieste di pagamento o eseguiva immediatamente addebiti sul conto utilizzato dal consumatore per versare i due euro.
La Marcanti Ltd, invece, prometteva oggetti a un prezzo irrisorio, non spiegando chiaramente che non si trattava di un acquisto sicuro e omettendo le caratteristiche di funzionamento dell’asta al centesimo. Inoltre, attraverso una pagina internet che appariva tratta da un blog ma in realtà era di natura pubblicitaria (www.madbid.com), si presentava come un consumatore entusiasta della sua esperienza di acquisto sul sito.