Tra le colline dell’Astigiano, patrimonio mondiale dell’Unesco, è appena terminata la vendemmia del Moscato. Se le stime parlano di un’annata senza precedenti in termini di qualità del vino, la qualità delle condizioni di lavoro dei braccianti non è migliorata. La maggior parte di loro arriva dalla Bulgaria e dalla Macedonia e si affida alle cooperative che forniscono manodopera a basso costo alle aziende agricole del territorio. Le paghe non superano i 5 euro all’ora per oltre dieci ore di lavoro al giorno senza alcuna pausa: “E’ dal 2008 che vengo a lavorare qui insieme a mia moglie – racconta un lavoratore bulgaro – ci fermiamo per 30 giorni per poi tornare in Bulgaria in attesa della raccolta delle arance a Rosarno”. Dormono nel loro furgone parcheggiato nel cortile dell’azienda dove lavorano. Chi non possiede un mezzo proprio si accampa tra i boschi attorno a Canelli o lungo le rive del fiume Belbo. L’unico sostegno ai lavoratori arriva dalla Caritas che ha aperto un dormitorio temporaneo per venti persone e dalla Flai CGIL che, insieme a CarovaneMigranti, nei giorni della vendemmia ha volantinato tra le vigne. “Negli ultimi anni sono sorte tante cooperative che forniscono manodopera a basso costo alle aziende agricole – spiega il sindacalista Paolo Capra – i contratti stipulati sono “grigi” senza timbro né firma del datore di lavoro”. Contratti che riconoscono solamente cinque giornate di lavoro a fronte di oltre venti giornate reali: “E’ dura – spiegano i bulgari – ma non abbiamo alternative” di Simone Bauducco
Lavoro & Precari - 26 Settembre 2015
Asti, viaggio fra le colline del Moscato fra lavoro nero, braccianti stranieri e turni massacranti
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- 00:27 - Caos Sudcorea, assist a Kim e Putin: effetti anche su guerra Ucraina-Russia
Roma, 5 dic. (Adnkronos) - La crisi in Corea del Sud non riguarda 'solo' Seul ma è destinata ad avere ripercussioni ben al di là dei confini istituzionali nazionali. L'introduzione della legge marziale, il dietrofront del presidente Yoon Suk Yeol e ora lo spettro dell'impeachment sono un'onda lunga che non si ferma attorno al 38esimo parallelo, ma potrebbe arrivare in Europa e, in particolare, alla guerra fra la Russia e l'Ucraina.
La dichiarazione di legge marziale da parte del presidente sudcoreano è dovuta alla situazione politica interna e non al timore di un imminente attacco da parte della Corea del Nord, spiegava a Newsweek un funzionario del suo ufficio, che ha detto che la decisione, poi ritirata, del capo dello Stato era motivata da "una situazione principalmente interna. Credeva di non poter gestire il governo come al solito".
Eppure, nel suo annuncio a sorpresa di martedì, Yoon aveva dichiarato che la legge marziale era volta a sradicare "le forze filo-nordcoreane e a proteggere l'ordine costituzionale della libertà". Qualunque siano le ragioni del presidente, tuttavia, le ripercussioni non riguarderanno esclusivamente il Paese.
Se, infatti, gli eventi di martedì non hanno precedenti in Corea del Sud dagli anni '80 e la decisione di Yoon è stata avvertita come un grande shock "profondamente preoccupante per la democrazia sudcoreana" - come ha commentato Chris Deacon, professore associato di politica e relazioni internazionali presso la School of Oriental and African Studies di Londra - le conseguenze e il vantaggio potrebbe andare tutto a favore di Pyongyang e di Mosca.
Le tensioni tra il nord e il sud nella penisola coreana sono peggiorate nel corso dell'anno. La Corea del Nord ha ufficialmente ritirato la politica di riconciliazione portata avanti per decenni, ha fatto saltare in aria i principali collegamenti di transito con il sud e ha inviato migliaia di palloncini pieni di spazzatura oltre il confine, mentre la Corea del Sud ha preso di mira il nord con propaganda anti-regime.
Le due nazioni sono ancora tecnicamente in guerra e lo sono da quando un armistizio ha segnato la fine della guerra di Corea nel 1953. Ma la Corea del Sud teme il rapporto sempre più stretto di Pyongyang con Mosca, l'aiuto che si pensa il Cremlino stia fornendo ai programmi di armi convenzionali e nucleari della Corea del Nord e l'esperienza che migliaia di soldati nordcoreani stanno acquisendo combattendo per la Russia contro l'Ucraina. È difficile dire quale sia stata la spinta esatta che ha spinto Yoon a dichiarare la legge marziale a questo punto, ma "la logica è più interna che internazionale", ha affermato Andrew Yeo, ricercatore senior del Center for Asia Policy Studies della Brookings Institution con sede a Washington, DC.
Potrebbe trattarsi di un "errore politico" da parte di Yoon, dovuto al predominio dell'opposizione nell'Assemblea nazionale e ai "cattivi rapporti del presidente con il suo stesso partito", ha affermato Ramon Pacheco Pardo, professore di relazioni internazionali al King's College di Londra. "In termini di relazioni con gli Stati Uniti, questa decisione indebolirà significativamente la posizione del Presidente Yoon, poiché la popolazione sudcoreana si opporrà fermamente. Quindi, Washington dovrà vedersela con uno Yoon indebolito, che potrebbe non sopravvivere politicamente se i partiti liberale e conservatore si unissero".
I leader di Pyongyang, Pechino e Mosca stanno probabilmente monitorando gli sviluppi a Seul, attenti al possibile indebolimento di un baluardo chiave del potere degli Stati Uniti nella regione, e tutti gli occhi sono ora puntati sulla Corea del Nord, che potrebbe essere intenzionata a sfruttare il caos politico a proprio vantaggio. "Qualsiasi instabilità in Corea del Sud ha importanti ripercussioni sulle nostre politiche indo-pacifiche", ha detto il colonnello statunitense in pensione Cedric Leighton alla Cnn, sottolineando come le truppe statunitensi nel paese siano attrezzate per uno scenario di combattimento immediato contro la Corea del Nord. "Meno stabilità c'è in Corea del Sud, peggio diventa per noi raggiungere i nostri obiettivi politici".
Ma tornando alle possibili implicazioni per l'Ucraina, la notte di sconvolgimenti politici in Corea del Sud costituisce un grande potenziale per le conseguenze significative che potrebbe avere di fronte a una Corea del Nord che, assieme alla Cina, sta rafforzando il suo allineamento con la Russia. L'alleanza tra Stati Uniti e Corea del Sud - scrive la Cnn - è per entrambi i Paesi un pilastro della pace nella regione, dove la Corea del Nord continua a minacciare la Corea del Sud e gli Stati Uniti con il suo programma di armi illegali. Minaccia che è diventata ancora più acuta da quando la Corea del Nord ha intensificato la sua partnership con la Russia , inviando munizioni, missili e soldati per supportare la guerra di Mosca contro l'Ucraina.
Di recente, il governo Yoon aveva dichiarato che l'invio di truppe nordcoreane in Ucraina potrebbe indurlo a rivalutare il livello di sostegno militare fornito al paese dilaniato dalla guerra, al quale non fornisce direttamente armi letali. Tutto ciò aumenta la posta in gioco internazionale per l'attuale momento politico, qualunque sia l'esito per Yoon, secondo Edward Howell, docente di politica all'Università di Oxford nel Regno Unito, che si occupa principalmente della penisola coreana. "In un momento in cui gli interessi della Corea del Sud nella guerra in Ucraina hanno acquisito importanza, dato il coinvolgimento ormai a pieno titolo della Corea del Nord, la cooperazione di Seul con gli alleati non può essere ostacolata dalla divisione interna", ha affermato.
Difficile, in ogni caso, che nel prossimo futuro Seul invii armi a Kiev, ha commentato intanto l'ambasciatore russo a Seul Georgy Zinoviev. "Considerati i drammatici sviluppi nella politica della Corea del Sud, la questione degli aiuti a Kiev non dovrebbe essere tema di discussione nel prossimo futuro", ha dichiarato, intervistato da Rossiya-24. Una volta trapelata la notizia dell'invio al fronte ucraino, insieme alle forze russe, di militari della Corea del Nord, a Seul non si escludeva più l'invio diretto di armi a Kiev. Fino a ora, Seul ha rifornito Paesi alleati come la Polonia. L'invio diretti di armi all'Ucraina da parte della Corea del Sud provocherebbe "un collasso delle relazioni" bilaterali, ha aggiunto il diplomatico.
- 20:27 - Milano: testimone morte Ramy, 'mi hanno chiesto di cancellare video'
Milano, 4 dic. (Adnkronos) - "Mi hanno chiesto di cancellare i video". E' l'accusa, messa nero su bianco, da un testimone sentito dal pm di Milano Marco Cirigliano in merito a quanto accaduto la notte tra il 23 e il 24 novembre quando muore Ramy Elgaml, 19 anni, che in sella a uno scooter, guidato da un amico, fugge dai carabinieri. Un episodio che ha infiammato il quartiere Corvetto.
Il giovane testimone, sentito dal magistrato e dai carabinieri, avrebbe raccontato di aver "visto l'impatto", lo scontro tra il T Max in fuga da 8 chilometri, il ragazzo alla guida è risultato senza patente e positivo al Thc, e la gazzella dei carabinieri che nell'inseguire non sarebbe riuscita a evitare la traiettoria del mezzo a due ruote che da via Ripamonti svolta in via Quaranta. Sull'asfalto resta il corpo del ragazzo egiziano, mentre per il ragazzo alla guida, Fares Bouzidi, tunisino di 22 anni, la corsa finisce pochi metri più avanti. All'arrivo di altri carabinieri, il testimone sarebbe stato invitato a cancellare i video. Un invito su cui le indagini sono in corso.
- 20:27 - Cecchettin: busta con tre proiettili recapitata in studio del difensore di Turetta
Milano, 4 dic. (Adnkronos) - Una busta con tre proiettili è stata recapitata nello studio di Padova dell'avvocato Giovanni Caruso, difensore di Filippo Turetta, il ventiduenne condannato ieri all'ergastolo per l'omicidio dell'ex fidanzata Giulia Cecchettin. Oggi il legale nel prendere la corrispondenza ha aperto una busta in cui ha trovato tre bossoli. Lo conferma l'avvocato, il quale ha contattato la questura. La busta e i tre proiettili, avvolti in un foglio di carta, saranno analizzati dalla Scientifica.
- 20:22 - **Migranti: hotspot Albania in stand by e arriva 'soccorso' Orban a Meloni, 'modello apripista'**
Roma, 4 dic. (Adnkronos) - Asse sui migranti tra Giorgia Meloni e il primo ministro ungherese Viktor Orban, a Roma per una visita che lo ha condotto sino al Santo Padre, incontrato questa mattina. Mentre i cartelli di +Europa -spuntati a sorpresa nel piazzale antistante Palazzo Chigi a bilaterale in corso- recitano 'No al modello Ungheria', 'Orban you are not welcome', Meloni accoglie con un sorriso il leader ungherese, in procinto di chiudere il semestre di presidenza del Consiglio europeo che in tanti, a Bruxelles, al principio vedevano di cattivo occhio, tanto da spingere più di una voce a chiedere che Orban saltasse il turno, rinviando più avanti la guida dell'organismo europeo. Le cose, come noto, sono andate diversamente, e Meloni oggi si è congratulata con il 'patriota' Orban "per la riuscita della Presidenza semestrale di turno del Consiglio dell'Unione europea", in barba a chi puntava e continua a puntare il dito contro il primo ministro ungherese.
Niente dichiarazioni congiunte alla stampa per i due leader, ma una nota firmata a quattro mani in cui risalta soprattutto la 'chiusa', dedicata al capitolo migranti. Tanto più che arriva nel giorno in cui Meloni incassa una doppia battuta d'arresto, con lo stop del Csm all'assegnazione alle Corti d'Appello della competenza sui procedimenti di trattenimento dei migranti richiedenti asilo e il rinvio della decisione della Cassazione sul ricorso del governo contro le prime mancate convalide del trattenimento di migranti emesse dalla sezione immigrazione del tribunale di Roma il 18 ottobre scorso, in attesa della pronuncia della Corte europea. E così i due centri di Gjader e Shengjin su cui tanto ha puntato la premier continueranno a restare vuoti, in attesa di uscire dall'impasse.
Eppure, nella nota congiunta, Orban e Meloni richiamano proprio il modello Roma-Tirana, riaffermando "l’importanza di contrastare la migrazione irregolare" anche esplorando "nuove modalità", "nel rispetto del diritto Ue e internazionale". Chiedono dunque fermezza all'Unione europea, rimarcando "l’urgenza di un quadro giuridico aggiornato per facilitare, aumentare ed accelerare i rimpatri dall’Unione europea, con particolare attenzione al consolidamento del concetto di Paesi di origine sicuri". Accelerando dunque -è il sottotesto- l'entrata in funzione del nuovo Patto sulla migrazione e l'asilo prevista per giugno 2026. Altro passaggio di rilievo, nella dichiarazione a quattro mani, è quello su Kiev, in cui viene rimarcato dai due leader il "sostegno a una pace giusta e duratura in Ucraina basata sui principi della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale".
Orban, che punta a incarnare il trait-d’union tra l'Europa e l'America di Donald Trump, è anche l'uomo che ha sempre sostenuto la necessità di dialogare con Mosca, mai chiuso i canali con Putin, e spinto Bruxelles a cambiare passo e strategia sull'Ucraina. Nella nota viene ribadito l'"impegno per la ricostruzione in vista della prossima Ukraine Recovery Conference che sarà ospitata dall'Italia nel luglio 2025".
Quanto agli altri argomenti di discussione, Meloni e Orban "hanno ribadito l’impegno a promuovere ulteriormente il partenariato bilaterale", esprimendo "soddisfazione per i proficui rapporti commerciali", che segnano uno scambi dal valore pari a 14 miliardi di euro nel 2023, con "la volontà di rafforzare ulteriormente gli investimenti e il commercio, soprattutto nei settori delle infrastrutture e dell’energia".Oltre a dichiararsi soddisfatti per un livello di cooperazione "eccellente" in ambito Nato "nei settori della sicurezza e della difesa, in particolare attraverso il supporto al battaglione multinazionale a guida ungherese da parte delle Forze Armate italiane (260 soldati)".
I due leader "continueranno a garantire la presenza a supporto delle iniziative della Nato e dell’Ue per la stabilizzazione dei Balcani occidentali, e hanno ribadito il loro forte sostegno al processo di allargamento dei Paesi della regione". D'accordo su vari punti, dunque, dopo un'ora e mezzo di intenso faccia a faccia. Quando Orban va via l'imponente dispiego di forze dell'ordine messo in piedi per la visita rompe pian piano le righe. A pochi passi dal portone centrale di Palazzo Chigi resta a terra un cartello del sit-in anti-Orban inscenato da +Europa: 'il modello Ungheria che la democrazia si porta via', c'è scritto.
- 19:56 - Animali: indagine, 59% italiani vuole telecamera smart per rimanere connesso con loro
Milano, 4 dic. - (Adnkronos) - Gli animali domestici non sono solo compagni di vita, ma veri e propri membri della famiglia per la maggior parte degli italiani. Secondo una nuova ricerca condotta da AstraRicerche per Ring - azienda Amazon che si occupa di sistemi di sicurezza domestica intelligente, tra cui videocitofoni, videocamere, allarmi e accessori - il 92% dei proprietari considera i propri cani e gatti come parte integrante del nucleo familiare, e ben il 70% prevede di fare loro un regalo a Natale. Tuttavia, lasciare il proprio animale solo in casa rimane una sfida emotiva: oltre il 90% dei proprietari si trova regolarmente in questa situazione e il 78% vive l’uscita con preoccupazione o senso di colpa, temendo che i propri amici a quattro zampe possano sentirsi tristi, agitarsi o addirittura "vendicarsi" al loro rientro. (VIDEO)
La ricerca evidenzia come la tecnologia stia diventando un supporto indispensabile per la cura e il monitoraggio degli animali domestici. Attualmente, il 30% delle abitazioni con pet è dotato di videocamere smart, e oltre la metà dei proprietari (59%) desidera acquistarne una. Le funzionalità più richieste? Il 43% punta a dispositivi per monitorare le attività degli animali, mentre il 34% apprezza la possibilità di comunicare con loro tramite audio bidirezionale. Questi strumenti offrono un senso di tranquillità: il 64,5% dei proprietari dichiara di sentirsi più sereno e il 40% apprezza di poter mantenere un contatto costante anche a distanza.
"In un mondo dove il legame emotivo con i nostri animali è così forte, la possibilità di restare connessi con loro anche quando siamo fuori casa diventa ancora più importante - commenta Dave Ward, Managing Director EU & International di Ring - I nostri dispositivi sono stati progettati per offrire ai clienti la massima tranquillità, garantire loro una soluzione per controllare cosa succede a casa e tenere d'occhio i propri amici pelosi ovunque si trovino”.
È bello sapere che a casa gli animali stanno bene… anche se combinano guai! Quando costretti a lasciare soli a casa i propri animali domestici per un breve periodo di tempo, i proprietari si impegnano a rendere l’ambiente il più accogliente e rassicurante possibile. Il 31% lascia accese le luci nelle loro stanze preferite, il 16% sceglie di accendere TV o radio per creare un sottofondo sonoro familiare e il 46% si dedica a preparare giochi che li tengano occupati e stimolati. Nonostante tutte queste premure, i piccoli disastri non mancano mai. Infatti, il 22% degli italiani ha ammesso di spendere fino a 240 euro per sostituire gli oggetti che i propri animali domestici hanno rotto. I gatti graffiano mobili e divani (56%), mentre i cani spesso nascondono indumenti (43%) o si appropriano di cibo lasciato incustodito (19%). Non sorprende che il 59% dei proprietari desideri una tecnologia per richiamare la loro attenzione anche a distanza, sia per sorprenderli sul fatto, sia per rassicurarli e restare in contatto anche da lontano.
Con oltre la metà degli italiani (65%) che dichiara di aver condiviso foto e video dei propri animali domestici in situazioni divertenti, Ring invita tutti i clienti a mostrare i momenti più esilaranti catturati con le loro videocamere Ring. È possibile condividere i contenuti tramite la funzionalità di condivisione dell'app Ring o inviandoli all'indirizzo itstories@ring.com.
- 19:31 - Cecchettin: Elena, 'violenza non è solo coltello, Giulia uccisa da chi giustifica uomini'
Milano, 4 dic. (Adnkronos) - "Chi sostiene che tanto la condanna sarebbe stata la stessa anche con le altre due aggravanti non ha capito nulla. Se nulla può portarci indietro Giulia quanto meno può fare la differenza per altre donne nel futuro. È facile richiudere in cella per sempre una persona lavandosene le mani poi e dicendo di aver fatto giustizia. Ma è questa la vera giustizia?". Se lo chiede Elena Cecchettin, sorella di Giulia, all'indomani della condanna all'ergastolo per l'ex fidanzato Filippo Turetta condannato per 'omicidio premeditato. La corte d'Assise di Venezia ha escluso le aggravanti della crudeltà e dello stalking.
"Se non iniziamo a prendere sul serio la questione tutto ciò che è stato detto su Giulia che doveva essere l'ultima sono solo prole al vento. Sì, fa la differenza riconoscere le aggravanti, perché vuol dire che la violenza di genere non è presente solo dove è presente il coltello o il pugno. Ma molto prima. E significa che abbiamo tempo per prevenire gli esiti peggiori. Sapete cosa ha ucciso mia sorella? Non solo una mano violenta, ma la giustificazione e menefreghismo per gli stadi di violenza che anticipano il femminicidio" aggiunge.
E la giovane non risparmia neppure la difesa dell'imputato. "Sostenere che i comportamenti dell'imputato siano 'ossessivi, quasi da spettro autistico' e giustificare con questa affermazione tutto quello che è successo è vergognoso. Stiamo parlando di comportamenti che ledono alla libertà e alla vita di una persona, e associarle con così tanta leggerenza ad una neurodivergenza oltre che a banalizzare e sminuire queste azioni va anche a peggiorare i pregiudizi che nella nostra società già ci sono per le persone neurodivergenti e sullo spettro dell'autismo" conclude Elena Cecchettin.
- 19:21 - **Dl fisco: ok fiducia Camera con 192 sì**
Roma, 4 dic. (Adnkronos) - L'aula della Camera ha votato la fiducia, posta dal governo, sul dl Fisco. I voti favorevoli sono stati 192, quelli contrari 112, tre astenuti.