La decisione in una lettera della filiale italiana del gruppo automobilistico, pubblicata dal Corriere della Sera, presa a scopo precauzionale, in attesa di decisioni da parte della casa madre. Intanto il ministro Delrio esprime indignazione per "l'incredibile inganno" e promette controlli accurati
Volkswagen Italia sospende la vendita, l’immatricolazione e la consegna di tutti i veicoli con il motore diesel Euro5 finito al centro dello scandalo. Una lettera di Volkswagen Group Italia ai concessionari Volkswagen, Audi, Seat, Skoda, e Veicololi commericali – pubblicata domenica 27 settembre dal Corriere della Sera – conferma una decisione che era nell’aria da giorni: “In attesa di ricevere chiarimenti e dettagli da parte di Volkswagen Group Ag su modelli e cilindrate eventualmente interessati – si legge in un passaggio chiave della lettera -, come misura precauzionale, vi preghiamo di sospendere – con effetto immediato – la vendita e/o immatricolazione e/o consegna dei soli veicoli equipaggati con motori diesel euro5 tipo EA 189“. La decisione riguarda circa 40 mila autovetture e i modelli coinvolti sarebbero in tutto 19: sette con il marchio Audi (A3, A4, A5, A6, TT, Q3 e Q5); tre con il marchio Seat (Leon, Altea e Superb); sei per Volkswagen (Maggiolino, Sharan, Touran, Golf, Passat e Tiguan); e tre con il marchio Skoda (Yeti, Octavia e Superb). Nonostante da settembre a listino ci siano solo automobili Euro 6, infatti, ai concessionari è permesso vendere le Euro 5 prodotte fino allo scorso giugno.
Il blocco in Italia segue di un giorno quello imposto (dall’autorità competente) in Svizzera. La sensazione, ora, è che anche altri paesi possano seguire la stessa strada. Intanto il ministro dei Trasporti Graziano Delrio, intervistato da La Stampa, ha detto di voler conoscere nel dettaglio “quante e quali auto vendute in Italia hanno montato questo dispositivo e questo software” e ha confermato quanto già affermato nei giorni scorsi: “l’Italia farà partire dei controlli a campione su tutte le vetture vendute in Italia, senza aspettare i dati che pure abbiamo richiesto sia alla Volkswagen che all’autorità di omologazione”. Il test, spiega, sarà effettuato “su un migliaio di vetture per avere un risultato significativo. Ognuno costa circa 8 mila euro, ma ne vale la pena. Avremo i risultati tra due o tre mesi, e capiremo se le emissioni sono nei limiti, e se qualcuno ha cercato di fare il furbo”.
Nel caso della Volkswagen “si è usata una metodologia che inganna anche le autorità che devono svolgere i controlli – dice il ministro -. Siamo indignati: oltre a essere stata una truffa e un inganno gravissimi, qui si rischia di rompere la fiducia tra produttori e cittadini”. Delrio rimarca che “se viene meno la fiducia investono meno e consumano meno” e che “l’Italia è coinvolta anche perché l’industria automobilistica è un industria europea e un mercato globale. Volkswagen monta componenti italiane” e “non dobbiamo gioire se l’industria tedesca va in crisi”. Delrio spiega che nessuno poteva immaginare “questo incredibile inganno” ma che era già stato deciso “a livello europeo di cambiare le regole dei test sulle emissioni “non solo in laboratorio, ma anche su strada”: le nuove regole andranno a regime dal 2017.
Intanto Daimler ha scritto a circa 11mila possessori di van Mercedes Sprinter per un update del software collegato al sistema di emissioni, in modo da prevenire “possibili inconvenienti con autorità e controllori”. Lo riporta il Welt Am Sonntag, ma la società replica che il richiamo a partire da giugno scorso “non ha assolutamente niente a che vedere con gli attuali problemi Volkswagen”.