Nel corso della conferenza stampa sul volo che l'ha riportato in Vaticano, Bergoglio ha parlato di immigrazione, obiezione di coscienza per i matrimoni gay e di pedofilia, che "è un sacrilegio". Poi ha puntualizzato: "Non ho invitato il sindaco Ignazio Marino a Philadelphia". La replica del Campidoglio: "Il primo cittadino capitolino è stato invitato dall'amministrazione della città statunitense"
“La pedofilia è un sacrilegio. No al divorzio cattolico. Obiezione di coscienza per i matrimoni gay. No ai muri in Europa. Non ho invitato il sindaco Ignazio Marino a Philadelphia”. Conferenza stampa a 360 gradi di Papa Francesco sul volo che dagli Stati Uniti lo ha riportato a Roma dopo un viaggio storico che è iniziato con una tappa importante a Cuba. Ma davanti alla sua crescente popolarità Bergoglio ha risposto con una battuta: “Il Papa deve essere il servo dei servi di Dio, non una star”. Il Pontefice, che nel suo ultimo giorno a Philadelphia ha incontrato 5 vittime della pedofilia del clero, ha definito gli abusi sessuali “un sacrilegio”. E sul sindaco di Roma presente con la fascia tricolore in prima fila all’Incontro mondiale della famiglie: “Non l’ho invitato, chiaro? Non ho fatto niente e ho chiesto anche agli organizzatori e neppure loro non l’hanno invitato. È venuto, si professa cattolico, è venuto spontaneamente, chiaro eh?”.
Dal Campidoglio, però, fanno sapere che “né il sindaco, né nessun altro dell’amministrazione di Roma Capitale, ha mai detto di essere stato invitato da Papa Francesco agli eventi conclusivi dell’Eight World Meeting of Families. Il viaggio a Philadelphia del sindaco di Roma – spiegano sempre dal comune capitolino – nasce da una serie di incontri avuti con le autorità del Comune americano: a giugno il sindaco Michael Nutter e l’arcivescovo Charles Chaput, insieme a una folta delegazione della città, hanno incontrato Ignazio Marino in Campidoglio proprio in preparazione del viaggio papale e per formulargli l’invito ufficiale. In vista dell’appuntamento dedicato alle famiglie, il sindaco aveva anche incontrato monsignor Vincenzo Paglia con il quale aveva anche discusso della sua presenza all’evento di Philadelphia”.
Con i giornalisti del volo papale Bergoglio ha anche chiarito che la sua recente riforma sulla nullità matrimoniale non è un “divorzio cattolico”. “Chi pensa questo – ha spiegato il Papa – sbaglia. Questo ultimo documento ha chiuso la porta al divorzio che poteva entrare, era più facile, per la via amministrativa, sempre ci sarà la via giudiziale”. Per Francesco, infatti, bisognava “snellire i processi” perché alcuni “duravano 10, 15 anni. I processi cambiano, la giurisprudenza cambia, si migliora, ma in quel momento era urgente fare questo”. Alla vigilia del Sinodo dei vescovi sulla famiglia che Bergoglio aprirà il 4 ottobre prossimo, il Papa ha ribadito che “il matrimonio è indissolubile quando è un sacramento e questo la Chiesa non lo può cambiare”. Fermo no anche al sacerdozio femminile “non perché le donne non hanno la capacità. Nella Chiesa sono più importanti le donne che gli uomini, perché la Chiesa è donna”.
Francesco ha anche raccontato che quando era arcivescovo di Buenos Aires proibiva ai sacerdoti di celebrare “matrimoni di fretta”, quando, per esempio, la fidanzata era incinta: “E questa è una causa di nullità. E tante di queste – ha scherzato con i giornalisti – voi potete cercarle in internet”. Bergoglio ha chiarito anche che è “semplicistico che il Sinodo possa trovare la comunione come soluzione per i divorziati risposati. Non è l’unico problema. Ci sono anche tanti giovani che non si sposano”. Sulle nozze gay, invece, il Papa ha indicato la strada dell’obiezione di coscienza per i funzionari cattolici che dovrebbero celebrare questi matrimoni. “L’obiezione di coscienza – ha affermato Francesco – è un diritto che entra in ogni diritto umano. È un diritto e se una persona non permette di fare l’obiezione di coscienza nega un diritto. È un diritto umano, se un funzionario di governo è una persona umana ha un diritto”.
Sugli abusi il Papa ha spiegato che “sono dappertutto: nei dintorni familiari, nei dintorni vicinali, nelle scuole, nelle palestre. Ma quando un sacerdote fa un abuso è gravissimo perché la sua vocazione è far crescere quel bambino, quella ragazza verso l’amore di Dio, verso la maturità affettiva, verso il bene e invece di fare questo l’ha sfasciata, l’ha sfasciato il male, e per questo è quasi un sacrilegio e lui ha tradito la vocazione, la chiamata del Signore e per questo la Chiesa in questo momento soffre”. Bergoglio ha ribadito che “sono colpevoli anche alcuni vescovi che hanno coperto queste cose. È una cosa bruttissima, e le parole di conforto non sono dire ‘no no stai tranquillo, non è niente’, ma ‘è stato tanto brutto e io immagino che voi piangete tanto’”.
Il Papa ha anche sottolineato che “se una persona ha fatto male ed è cosciente di quello che ha fatto e non chiede perdono, chiedo a Dio lo tenga in conto. Io lo perdono, ma lui non riceve il perdono, è chiuso al perdono. Una cosa è dare il perdono. Tutti siamo obbligati a perdonare perché tutti siamo perdonati, ma una cosa è ricevere il perdono, e se il sacerdote è chiuso al perdono non lo riceve il perdono, perché ha chiuso la porta con la chiave dentro”. Francesco ha raccontato anche che incontrando alcune vittime una donna gli disse: “‘Quando mia madre scoprì che mi avevano abusato bestemmiò contro Dio e perdette la fede e morì atea’. Io comprendo questa donna e sono sicuro che questa donna Dio l’ha ricevuta, perché quello che fu abusato, quello che fu manomesso era la sua propria carne, la carne di sua figlia”.
Sulla situazione dei profughi in Europa, dopo l’appello ad accoglierli in ogni parrocchia del Vecchio continente, il Papa ha sottolineato che “tutti i muri crollano, oggi, domani o dopo 100 anni, ma crollano. Il muro non è una soluzione. In questo momento l’Europa è in difficoltà è vero, ma dobbiamo essere intelligenti. A quella ondata migratoria non è facile trovare una soluzione, ma con il dialogo tra i Paesi devono trovarla. I muri non sono mai una soluzione”.
Sui bombardamenti francesi in Siria: “Evitare queste cose, ma la situazione politica non la giudico perché non la conosco”. Dopo l’appello per la pace in Colombia fatto a L’Avana, Bergoglio ha auspicato che nel prossimo mese di marzo si possa arrivare all’accordo definitivo. E poi il desiderio di tornare presto in Asia: “Mi piacerebbe andare in Cina che è un Paese amico”.
Twitter: @FrancescoGrana
*aggiornato da redazione web alle ore 13 e 40