E’ stata accusata di avere “chiaramente oltrepassato il limite tollerabile” di copia-incolla senza citazioni nella sua tesi di specializzazione in ginecologia all’Università di Hannover nel 1991. A finire nel mirino è Ursula von der Leyen, responsabile del dicastero della Difesa di Berlino dello stesso partito di Angela Merkel, che avrebbe così “truccato” il lavoro finale del suo percorso universitario. E se le accuse si rivelassero fondate, si tratta del terzo ministro coinvolto nello scandalo del plagio della tesi, dopo due suoi colleghi precedentemente costretti alle dimissioni per lo stesso motivo dal 2011.
Ma lei si difende: si dice pronta a “respingere le accuse” e ricorda come “non sia una novità che attivisti su internet cercano di seminare dubbi sulle tesi di laurea di politici“. Von der Leyen ha anche rilanciato chiedendo alla sua ex università, la Medizinische Hochschule Hannover, di far esaminare la sua tesi da un “garante neutrale”.
Ma la sua difesa, per ora, non basta allontanare le accuse. “Questo lavoro non è accettabile, il titolo di dottore le dovrebbe essere revocato”, ha sostenuto Martin Heidingsfelder, l’esperto che aveva partecipato alle ricerche con cui furono smascherati i plagi dell’allora ministro della Difesa Karl-Theodor zu Guttenberg (costretto alle dimissioni quattro anni fa) e Annette Schavan, la responsabile dell’Istruzione silurata nel 2013.
Come emerso sabato e riferito fra gli altri dal sito dell’emittente N-Tv, i cacciatori di plagi della piattaforma “VroniPlag Wiki” guidata da Heidingsfelder hanno identificato “citazioni non sufficientemente indicate” in 27 delle 62 pagine del testo. Tre delle pagine incriminate conterrebbero tra il 50 e il 75% di testo plagiato e cinque pagine sarebbero copiate addirittura per più di tre quarti. Un professore di diritto, Gerhard Dannemann, ha parlato di “caso grave”. Heidingsfelder ha ricordato che in un’Università militare, in caso di plagio, si viene “radiati con disonore”.