Il Capo dello Stato, insieme al ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, all’Istituto Sannino-Petriccione ha presenziato alla cerimonia di inaugurazione dell’anno scolastico. Presenti circa 2.000 studenti in rappresentanza di tutte le regioni d’Italia
“Sono voluto venire qui a Ponticelli, a Napoli, accanto a voi, per dire a voce alta che avanzare insieme è possibile e che la scuola è strumento straordinario di crescita”. Così il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, all’inaugurazione dell’anno scolastico nel quartiere Ponticelli di Napoli. La scuola “è l’anticorpo al conformismo e, dunque, alla sottomissione. La conoscenza è libertà, libertà di esprimere i talenti diversi e le diverse aspirazioni”, ha detto Mattarella, che continua: “l’istruzione è la chiave della coscienza civile di un Paese. La capacità di crescere insieme agli altri rappresenta la porta che apre a una cittadinanza piena”.
“Sono contento – ha detto ancora rivolgendosi ai ragazzi -, di essere qui nel giorno in cui, ufficialmente, la vostra scuola prende il nome di Davide Sannino e saluto con affetto i familiari qui presenti. Davide, uno come voi – uno di voi – è stato ucciso a 19 anni – ha detto Mattarella – perché ha guardato in faccia chi stava rubando il motorino di un suo amico”. Il giovane venne ucciso “perché ha tenuto la testa alta”, ha proseguito, “Lo hanno ucciso per farci abbassare la testa. Ma non possiamo rinunciare a essere donne e uomini liberi, come ha testimoniato anche, trenta anni fa, il giovane giornalista Giancarlo Siani“.
Il discorso del Capo dello Stato punta quindi dritto sul tema della criminalità organizzata: “La camorra e le mafie possono essere sconfitte. La camorra e le mafie saranno sconfitte. E voi, giovani di Napoli, sarete alla testa di questa storica vittoria. La scuola è presidio di legalità. E’ il luogo dove apprendere che possiamo farcela. La scuola è dignità. La camorra e le mafie possono essere sconfitte“. Il Capo dello Stato poi ha concluso: “Liberi dalle mafie, dalle cosche, da ogni condizionamento illecito. Voglio ripeterlo con forza mentre Nicola Barbato, della Polizia di Stato lotta per la vita: a lui va affetto e riconoscenza” ha detto riferendosi al poliziotto ferito durante una operazione anti estorsione.