L'ex direttore del Tg1 e attuale senatore di Forza Italia è accusato di abuso d'ufficio dalla Procura di Roma. Secondo l'accusa la giornalista venne sollevata dal suo incarico e venne tagliata fuori dall'attività redazionale per aver mosso rilievi di imparzialità. Pm: "Fu una vendetta". Difensori chiedono assoluzione
Quattro mesi di reclusione. E’ questa la condanna chiesta dal pubblico ministero Sergio Colaiocco per l’ex direttore del Tg1 e attuale senatore di Forza Italia, Augusto Minzolini, per la vicenda legata alla vertenza avviata da Tiziana Ferrario dopo essere stata sollevata dalla conduzione del Tg nel 2011.
Minzolini è accusato dalla procura di Roma di abuso d’ufficio. Secondo il pm, l’allora direttore tolse la conduzione alla giornalista, che aveva mansioni da caporedattore, perché Ferrario mosse rilievi di imparzialità riguardo alle notizie diffuse dopo la conclusione del processo all’avvocato David Mills, e per un anno la tagliò fuori dall’attività redazionale. Nel chiedere la condanna di Minzolini al termine della sua requisitoria, il pm Sergio Colaiocco ha sostenuto che tale atteggiamento, “conseguenza di una vendetta, configura l’abuso d’ufficio per il ruolo di direttore di una testata del servizio pubblico”.
Diversa l’impostazione dei difensori dell’imputato, Franco Coppi e Fabrizio Siggia, i quali hanno eccepito, in primo luogo, la fattispecie di pubblico ufficiale ricoperta da Minzolini in sede di organizzazione del lavoro. Inoltre hanno rivendicato che gli avvicendamenti decisi dal loro assistito, e riguardanti non solo la Ferrario, rientrino in quelle attività fisiologiche tipiche di una testata televisiva. Da qui la richiesta di assoluzione di Minzolini perché il fatto non sussiste. La sentenza è prevista il 17 novembre prossimo.