In Bielorussia, Rudi Garcia dovrà fare a meno degli infortunati Rudiger, Keita, Totti e Dzeko. Resta il dubbio Florenzi, eroe contro il Barcellona. Anche Allegri deve ancora una volta fare la conta degli assenti e non potrà contare neanche su Lichtsteiner, nuovamente bloccato dai medici dopo il malore contro il Frosinone
Ritrovarsi in Europa per cancellare il campionato o per dare continuità ai piccoli passi avanti. L’imperativo, in ogni caso, resta vincere. Roma e Juventus tornano a giocare la Champions dopo aver bagnato positivamente l’esordio contro Barcellona e Manchester City. Il pareggio strappato ai campioni d’Europa e la vittoria davanti all’allora numero uno della Premier League sembravano aver definitivamente tolto il freno a mano a una stagione iniziata ad andatura ridotta. Dopo però le due presunte ammazza-Serie A sono scivolate ancora. E ora cercano nuovamente risposte confortanti dalla Champions League, per questioni di autostima e per non vanificare i sorprendenti risultati della prima tornata continentale.
Roma in emergenza – (Segui la diretta)
I giallorossi devono stringere i denti. La centesima panchina di Rudi Garcia coincide con una giornata dove le scelte sono obbligate. In Bielorussia il tecnico francese deve sfogliare una margherita appassita per mettere insieme l’undici titolare. Ha appena sedici uomini a disposizione. Fuori Rudiger, Keita, Totti e Dzeko – tutti infortunati – resta il dubbio legato alla posizione di Florenzi, eroe contro il Barcellona. Potrebbe esserci bisogno di lui nel tridente offensivo, dove sono certi del posto Gervinho e Salah ma non Iturbe. L’argentino non ha convinto in questo primo scorcio di stagione e l’azzurro è l’indiziato numero uno per risalire la fascia e provocare lo spostamento al centro dell’ivoriano con conseguente esclusione dell’ex Verona. L’alternativa è il 4-2-3-1 con l’egiziano davanti a tutti. Del resto resta lui la bussola a cui Garcia chiede di tracciare la rotta per facilitare il cammino a una squadra che, vista l’emergenza, dovrebbe vedere a centrocampo anche William Vainqueur, all’esordio in giallorosso contro il Carpi e alla prima in assoluto nella massima competizione europea. Il Bate Borisov è considerato il fanalino di coda del girone (ha perso 4-1 contro il Bayer Leverkusen nella prima giornata) ma va preso con le pinze. Molto ruota attorno all’ex Barca Aljaksandr Hleb che governerà la mediana nonostante condizioni fisiche non perfette.
La Juve contro il tabù Stadium – (Segui la diretta)
Era un fortino inespugnabile, è diventato un buco nero. I bianconeri dopo lo stop di Napoli ripartono dalla loro casa. In questa stagione, lì, hanno raccolto 2 punti su 6, frutto dei pareggi con Chievo e Frosinone. Ora tocca al Siviglia testare l’effetto Stadium, che negli anni scorsi era un rebus irrisolvibile per chiunque ci mettesse piede. Nella semifinale d’andata dell’ultima Champions inciampò anche il Real Madrid. Segnò Alvaro Morata, appiglio a cui Allegri si affida per non naufragare in mezzo alle onde di una crisi sempre più vicina. Lo spagnolo è andato in gol negli ultimi quattro impegni europei. Può fare cinquina, riuscita solo ad Alessandro Del Piero. Ma alla Juventus interessa il risultato prima di marcatori e modo in cui arriverà. Perché se il campionato ha preso una piega reversibile ma importante – meno dieci da Fiorentina e Inter – la Champions si è messa sui binari giusti grazie al colpaccio dell’esordio. L’Europa diventa quindi un crocevia per ritrovare una serenità perduta. Allegri, nervoso dopo il ko di Napoli, deve ancora una volta fare la conta degli assenti e non potrà contare su Lichtsteiner, nuovamente fermato dai medici per accertamenti cardiologici dopo il malore accusato alla fine del match contro il Frosinone. Nel giorno dei sorteggi, gli spagnoli erano considerati i veri avversari in ottica qualificazione poiché il City veniva accreditato del primo posto. Il 2-1 dell’Etihad ha mescolato le carte e la Juventus può certificare la propria candidatura per il primato. Di fronte non ci sarà Llorente, ceduto a sorpresa in estate nel gran tourbillon di cambi in attacco. Sarebbe stata un’altra paura da scacciare, il gol dell’ex. Un evento marginale per chiunque. Non per questa Juve, che ha già abbastanza incubi da scacciare per non vivere una stagione da horror.
Aggiornato da Redazione Web il 29 settembre alle ore 17