Trent’anni di carcere. E’ la pena cui Amine Assoul, il marocchino che il 12 marzo scorso aveva ucciso il giovane ternano David Raggi colpendolo al collo con un bicchiere rotto, è stato condannato dal gup di Terni Simona Tordelli. L’omicidio aveva sollevato molte polemiche perché Assoul non doveva essere in Italia perché già espulso.
Il processo si è svolto con rito abbreviato. Il pm Raffaele Pesiri aveva chiesto proprio 30 anni di reclusione per Assoul, accusato di omicidio volontario aggravato. L’avvocato del giovane marocchino invece ha cercato di sostenere la preterintenzionalità del gesto, che però, vista la condanna, non è stata accolta dal gup. Momenti di forte tensione si sono verificati fuori dal palazzo di giustizia di Terni: sia all’ingresso che all’uscita gli amici di Raggi hanno insultato l’assassino, colpendolo anche con alcuni calci. In mattinata, all’ingresso a palazzo di giustizia, era stato il fratello della vittima a chiedere agli amici del fratello di farla finita, riportando tutti alla calma.
La sera del 12 marzo Assoul aveva cominciato a dare in escandescenze all’interno del bar e il personale, insieme ai due agenti in borghese presenti, avevano cercato di calmarlo. Ne era nato un parapiglia nel corso del quale erano stati rotti bicchieri e bottiglie. A qual punto lo straniero aveva cominciato a entrare e uscire dal locale varie volte. Poi, improvvisamente, aveva colpito al collo Raggi che era in piedi davanti al bar.
Il marocchino era arrivato a Terni nel 2007, dove aveva raggiunto la madre sposata con un uomo del posto. Dopo alcuni furti compiuti tra Porto Recanati, Fermo e Civitanova Marche gli era stato revocato il permesso di soggiorno e rimpatriato. Assoul era poi tornato in Italia nel maggio del 2014, sbarcando a Lampedusa. La sua richiesta di asilo politico era stata respinta a ottobre dalla commissione territoriale di Siracusa e la squadra volante di Terni gli aveva notificato la decisione. Il marocchino aveva però fatto ricorso al tribunale di Caltanissetta ed era in attesa di una decisione in merito.