“E’ una legge d’avanguardia in Europa, in nessun Paese si riconosce lo Ius soli puro, nemmeno così temperato come previsto dal testo”. Così Marilena Fabbri (Pd), relatrice del ddl che riforma la legge sulla cittadinanza, difende in una conferenza stampa alla Camera le modifiche apportate al testo in Commissione da due emendamenti di Ncd. Ed è subito scontro con le opposizioni. “E’ un compromesso al ribasso per non sconvolgere gli equilibri nella maggioranza”: è l’accusa di Celeste Costantino (Sel). Anche per le associazioni promotrici della campagna “L’Italia sono anch’io” insorgono. “Concedere la cittadinanza ai bambini solo – spiega Filippo Miraglia dell’Arci – nel caso in cui un genitore abbia un permesso di lungo soggiorno, e non più con la residenza in Italia da 5 anni come previsto nel testo base, è discriminate. Così si lega un diritto al reddito e alla casa“. Accuse rispedite al mittente dalla relatrice del ddl. “E’ una rivoluzione – afferma la Fabbri – riconoscere lo Ius soli e lo Ius culturae che sono sempre stati dei tabù nel nostro Paese. E’ vero che gli emendamenti riducono la platea e possono comportare differenze territoriali, ma chiederemo al ministero dell”Interno di accertare le discrezionalità delle questure nel rilascio del permesso di lungo soggiorno”
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