E’ da premettere che il 23 settembre scorso il Gruppo Alternativa Libera, tramite il sottosegretario alle infrastrutture e ai trasporti Umberto Del Basso De Caro, aveva ricevuto una risposta ad un’interrogazione parlamentare che chiedeva conto delle dichiarazioni del ministro Alfano sul ponte sullo Stretto cui il governo rispondeva laconicamente che “nel Def 2015 non vi è alcun riferimento al progetto di realizzazione del ponte sullo stretto di Messina e che tale progetto non risulta, “ad oggi”, all’interno delle linee programmatiche del Ministero delle infrastrutture.
Ad oggi? Ma questo già lo sapevamo Sottosegretario, il vero problema era riuscire a capire se il governo ritenesse politicamente chiuso il dossier relativo al Ponte sullo Stretto tanto da astenersi in qualsiasi modo dal favorire ogni iniziativa (anche di carattere parlamentare) volta a rilanciare anche solo l’idea di realizzare un’opera del genere. Contro ogni logica e, soprattutto, contro natura per chiunque abbia a mente lo studio “The tectonic puzzle of the Messina area (Southern Italy) del professor Carlo Doglioni dove sono svelate le cause geologiche della natura sismica dello Stretto.
Ma la risposta arriva presto alla luce di quanto accaduto oggi in Aula.
Le mozioni Sel e M5s devono comunque subire la cancellazione dei loro impegni, così come pure la mozione di Forza Italia con cui si chiedeva al governo di chiarire definitivamente le intenzioni e i programmi, se sussistono, in merito alla realizzazione dell’opera relativa al ponte sullo Stretto di Messina, nonché sull’eventuale stanziamento di ulteriori risorse, anche a copertura degli oneri derivanti da procedure di contenzioso.
Invece, la mozione di Ncd, a seguito di un breve colloquio avvenuto in Aula tra il gruppo parlamentare e il Sottosegretario durante l’esame degli atti segnalato dall’On. Saltamartini, viene accolta dal governo con una riformulazione per cui, di fatto, il dossier si riapre e, in buona sostanza, ci sarà una riconsiderazione del progetto del Ponte sullo Stretto di Messina come infrastruttura ferroviaria, valutati naturalmente gli studi sul rapporto costi e benefici, quale possibile elemento di una strategia di riammagliatura del sistema infrastrutturale del Mezzogiorno.
Pazzesco.
A questo punto il ministro dell’interno, l’On. Angelino Alfano, potrà ben gioire, visto che ciò che sembrava essere stato chiuso durante la scorsa Legislatura, oggi sembrerebbe politicamente riaprirsi. Tecnicamente poi si vedrà.