Il presidente secessionista catalano è sotto accusa per avere convocato nel 2014 un referendum sull'indipendenza (dichiarato illegale dalla corte costituzionale spagnola), per abuso di potere e appropriazione indebita di fondi pubblici. Il 15 ottobre dovrà comparire davanti al Tribunale superiore di giustizia
“Siamo davanti ad un processo politico e ad un’anomalia democratica“, è la reazione della vicepresidente e portavoce del governo catalano Neus Munté all’accusa rivolta nei confronti di Artur Mas. Il presidente della Catalogna è stato citato a dichiarare come imputato per “disobbedienza“. Il Tribunale superiore di giustizia catalano ha accusato oltre il leader secessionista, anche l’ex vicepresidente del governo Joana Ortega e la consigliera regionale Irene Rigau.
Mas, secondo il quotidiano iberico El Mundo, è stato citato a dichiarare come imputato il 15 ottobre. Il presidente catalano è sotto accusa per avere convocato il 9 novembre 2014 un referendum simbolico sull’indipendenza, dichiarato illegale dalla Corte costituzionale spagnola, per abuso di potere, malversazione e appropriazione indebita di fondi pubblici in relazione alla consultazione popolare dell’anno scorso. Munté ha parlato anche di “cinismo assoluto” ed ha definito una “strumentalizzazione politica il fatto che un presidente sia imputato per avere aperto le urne ai cittadini”.
L’annuncio della convocazione di Mas a deporre arriva a due giorni dalle elezioni catalane di domenica, vinte dalle liste indipendentiste che hanno conquistato una maggioranza con il 47,8% dei voti e che avevano trasformato il voto in un plebiscito sulla secessione da Madrid.