Paolo Galante, ex dirigente di An con legami mai rinnegati con Gabriele Adinolfi, fondatore di Terza Posizione, è l'uomo di punta dei renziani alle primarie per le comunali. Non rinnega il passato, né quelle “sensibilità che mi portavano a condividere percorsi della destra giovanile. Un percorso che non disconosco per la forza e l'entusiasmo con cui l'ho fatto”, spiega l'imprenditore. Claudio Moscardelli, senatore dem: "Doveva essere il nostro candidato unitario, ma il consigliere regionale Enrico Forte ha confermato la sua candidatura"
E’ un ex quadro di Alleanza Nazionale, con un passato – mai rinnegato – nell’estrema destra. Imprenditore, gestore di un albergo di lusso spesso usato dal fondatore di “Terza posizione” Gabriele Adinolfi per incontri e presentazioni, Paolo Galante è uno dei due candidati a sindaco per le prossime elezioni comunali di Latina per il Partito democratico, apparentemente diviso sul tema. Il nome è stato proposto dal senatore Claudio Moscardelli, componente della Commissione antimafia, e appoggiato da una buona parte dei quadri del partito, in contrapposizione con il nome proposto dalla corrente avversaria: quello di Enrico Forte, con cui Galante dovrà vedersela alle primarie. Una scelta che lo stesso Moscardelli – candidato perdente per due volte alle amministrative di Latina – giustifica come “il necessario allargamento: ci servono i voti della destra, altrimenti a Latina il Pd da solo può fare ben poco”. Una scelta “non di sinistra”, spiega il senatore parafrasando Matteo Renzi, per vincere ad ogni costo.
Latina – la ex “Littoria” creata in epoca fascista – ha quasi sempre visto l’area della sinistra ex Pci all’opposizione, salvo una piccola parentesi che ormai risale nel tempo. Governata dall’area ex missina e da Forza Italia da sempre, è considerata una sorta di laboratorio politico della destra nel Lazio. Qui sono partite le prime privatizzazioni italiane alla fine degli anni ’90, per il settore dei rifiuti prima e degli acquedotti poi, lasciando spazio ad imprenditori che per anni hanno finanziato il centrodestra italiano. Poi la caduta di Berlusconi, che nel sud del Lazio ha curiosamente coinciso con la nascita dei movimenti dei forconi, fortemente rappresentati nel sud pontino e con saldi legami con la destra populista estrema. Un tonfo che sta aprendo una finestra di opportunità al partito democratico, pronto a prendersi la poltrona di sindaco.
Il centrodestra è poi imploso, con divisioni interne e faide neache troppo silenziose, fino alle dimissioni dell’ultimo sindaco in carica Di Giorgi, esponente di Fratelli d’Italia. Ecco dunque l’opportunità che il Pd attendeva da anni, che ha deciso di giocarsi con l’alleanza con la destra più estrema, che ci tiene a non rinnegare nulla del passato, né quelle “sensibilità che allora mi portavano a condividere percorsi della destra giovanile. Un percorso che non disconosco per la forza e l’entusiasmo con cui l’ho fatto”, ha subito specificato il candidato in pectore del Pd.
La militanza di destra di Galante arriva fino a pochissimo tempo fa: “Era un nostro quadro – racconta a IlFattoQuotidiano.it Giuseppe Mochi, ex segretario provinciale di An – fino a qualche anno fa era il responsabile attività produttive di Alleanza Nazionale di Latina. E’ sempre stato un esponente della destra, anche se non so cosa facesse negli anni ’70”. Seguendo le notizie degli incontri dell’area della destra radicale a Latina si può facilmente intuire i riferimenti culturali e politici del neo candidato del Pd. Nel 2012 partecipò in qualità di relatore ad un evento della rivista Polaris, diretta da Gabriele Adinolfi, cofondatore insieme a Roberto Fiore del movimento di estrema destra “Terza posizione”, attivo negli anni ’70. Un evento organizzato insieme all’associazione “Passepartout”, legata alla destra radicale pontina. “E allora? – commenta il senatore Moscardelli – Anch’io ho partecipato ad incontri di Passepartout, non vedo quale sia il problema”. E sempre l’ex leader di Terza Posizione Gabriele Adinolfi ha presenziato – secondo quanto risulta sui siti di riferimento dell’area della destra radicale – ad alcune iniziative politiche organizzate lo scorso febbraio presso l’albergo Foro Appio gestito da Galante. Un rapporto, dunque, ancora stretto.
La metamorfosi – da militante nero a candidato sindaco del principale partito di sinistra del Paese – ricalca in funzione uguale e contraria quella del Pd, che in osservanza alla dottrina renziana (“Se vuoi vincere le elezioni, devi prendere i loro voti“, spiegava il premier il 20 maggio 2013 a Porta a Porta) guarda sempre alla propria destra. “Sono amico con Enrico Forte e Claudio Moscardelli che stimo – scrive nella nota con cui Galante si è presentato agli elettori – che mi hanno chiesto insieme di collaborare a un progetto nuovo di città e non lo hanno fatto chiedendomi credenziali ideologiche, ma la volontà di cambiare insieme la nostra comunità”. “Galante doveva essere il nostro candidato unitario – spiega ancora Moscardelli a IlFattoQuotidiano.it – ma il consigliere regionale Enrico Forte ha confermato la sua candidatura e quindi faremo le primarie con questi due nomi”. Nessun imbarazzo per i legami con la destra? “No, nessuno – risponde Moscardelli – anche perché Galante ha votato Pd nelle ultime elezioni. Il suo nome è stato poi condiviso nel partito a livello regionale”.