Ci sono altre due indagate nella vicenda dei maltrattamenti nell’asilo nido di Collecchio, nel parmense, che ha fatto scattare gli arresti domiciliari per Erica Grandis, la 55enne che lavorava come maestra nella struttura Salvator Allende del comune. A finire nel mirino della magistratura sono due colleghe della donna, un’altra educatrice e un’operatrice, entrambe indagate per maltrattamenti. Le due, pur avendo assistito ai ripetuti atteggiamenti di violenza della maestra contro i bambini, tutti minori di 3 anni, che si rivolgeva a loro con insulti, calci e schiaffi, non solo non sarebbero intervenute, ma non avrebbero denunciato quanto accadeva nell’asilo forse già da alcuni anni. In alcuni casi inoltre, anche l’educatrice avrebbe strattonato i bambini, punendone qualcuno con metodi eccessivi. Le scene, immortalate dalle telecamere nascoste dagli inquirenti dopo la denuncia ai carabinieri di un’altra dipendente del nido, non lascerebbero spazio a dubbi sul comportamento tenuto anche dalla donna, che avendo un contratto a termine non lavora più all’asilo da settembre. Come riporta la Gazzetta di Parma anche per l’operatrice, che a differenza delle colleghe non avrebbe mai alzato le mani contro i piccoli e che lavora ancora nella struttura, l’accusa è quella di maltrattamento, dovuto in questo caso all’omissione, per non avere mai fatto parola a carabinieri o polizia di quanto accadeva all’interno dell’asilo.
Intanto dalle carte dell’ordinanza spuntano nuovi particolari sulle giornate al nido, riprese di nascosto da telecamere e cimici degli inquirenti. Secondo quanto riportato sempre dal quotidiano, nelle sequenze e nelle intercettazioni ambientali si sente chiaramente la Grandis rivolgersi ai piccoli con insulti, chiamandoli “coglioni, mongoli, bestie”. In un mese di riprese, dal 5 al 30 giugno 2015, gli inquirenti hanno appuntato una ventina di episodi che andrebbero al di là del semplice rimprovero e non sarebbero riconducibili a scatti d’ira isolati, ma a un modus operandi che si ripeteva quasi quotidianamente nella struttura. La maestra che si infuria quando una bambina si fa la pipì addosso e lascia la piccola con il pannolino bagnato finché non viene cambiata dopo ore da una collega, o che lancia un pezzo di frutta sul tavolo a un bambino che è stato appena rimproverato, o ancora si rivolge urlando a un’altra che fa i capricci per il cibo.
Lunedì 28 settembre, nell’interrogatorio di garanzia di fronte al pm Andrea Bianchi, che coordina l’inchiesta, e al giudice Maria Cristina Sarli, che ha firmato l’ordinanza dei domiciliari, la donna si è avvalsa della facoltà di non rispondere. La maestra da settembre non lavora più al nido, è in aspettativa da fine giugno 2015, dopo il termine dell’anno scolastico. Ma per scongiurare un suo eventuale ritorno e una reiterazione del reato, il gip ha accolto la richiesta del pm, facendo scattare gli arresti domiciliari. Ora però l’inchiesta sembra allargarsi anche ad altri dipendenti che lavoravano e lavorano ancora nell’asilo.