Dopo un tira e molla sugli scogli, durato un’intera giornata, gli attivisti organizzatori del presidio, grazie alla mediazione del vescovo di Ventimiglia, monsignor Antonio Suetta, hanno trovato un accordo con le forze dell’ordine. I profughi vengono trasferiti in un centro di accoglienza della Croce Rossa di Ventimiglia, però non verranno prese loro le impronte digitali, mentre gli attivisti sono trasportati in Questura dove gli verrà notificata una denuncia per occupazione di suolo pubblico e, probabilmente, per resistenza a pubblico ufficiale. Gli oltre 20 attivisti NoBorder si sono loro ‘consegnati’ agli agenti. Piangono, mentre si abbracciano, i profughi e gli attivisti. “Verranno portati in campi d’accoglienza – spiega Teresa, che da mesi segue i rifugiati che passano dal presidio NoBorder – dove una persona in divisa gli darà da mangiare. Ma quei campi non funzionano”
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