“Alla fine Volkswagen non sarà la stessa società che era una volta”. La facile profezia arriva dal ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, che ha commentato il diesel gate sostenendo che lo scandalo dei test truccati “non rappresenta un pericolo per l’economia della Germania” ma “molte cose cambieranno da un punto di vista strutturale” per il gruppo. Intanto la stampa tedesca, nel giorno in cui si riunisce il presidio della casa di Wolfsburg per un nuovo vertice sulla crisi, dà notizia che la procura di Ingolstadt ha avviato indagini su Audi. Wolfram Herrle, procuratore capo della città dove ha sede il marchio di Volkswagen, ha dichiarato che sta “passando in rassegna tutti i fatti, al fine di decidere se debba essere avviata un’inchiesta”. I vertici di Volkswagen, secondo Reuters, esamineranno oggi i risultati di un’indagine interna e daranno mandato per procedere a un’ulteriore indagine esterna. Inoltre, il consiglio di sorveglianza di Porsche ha scelto Oliver Blume come nuovo amministratore delegato al posto di Matthias Mueller, che nei giorni scorsi ha ricevuto l’incarico di ceo dell’intero gruppo della casa di Wolfsburg. Blume, 47 anni, è capo delle produzione di Porsche e, da domani, ricoprirà ufficialmente in nuovo incarico.
Concessionari: “Noi parte lesa” – Secondo Federauto, l’associazione che rappresenta i concessionari e che finora non aveva commentato, anche i rivenditori sono parte lesa del diesel gate. “Qualcuno ha giocato sporco, ha truffato”, ha detto il presidente Filippo Pavan Bernacchi. “Ma è importante dire che le parti lese sono i clienti, gli Stati, ma anche i dipendenti del gruppo tedesco onesti, quasi la totalità, e i concessionari. Auspichiamo che cadano immediatamente le teste di tutti quelli che hanno posto in essere questa truffa, o che sapevano e non hanno denunciato, e siamo sicuri che il gruppo tedesco darà risposte tempestive e concrete ai danneggiati”, perché “la bontà di un’azienda, o come in questo caso di una multinazionale, si misura proprio quando deve affrontare un grosso problema. E il gruppo tedesco verrà giudicato sulle ‘soluzioni’ che verranno messe in campo d’ora in avanti”.
Delrio: “Anche noi danneggiati dallo scandalo Volkswagen” – Oltre al governo tedesco anche quello italiano è parte lesa. Lo ha dichiarato, Graziano Delrio, ministro delle infrastrutture e dei trasporti: “E’ chiaro che le industrie sono tutte interconnesse, esiste molta componentistica e tecnologia italiana anche sulle macchine tedesche quindi non dobbiamo gioire delle disgrazie altrui. Questo non significa però che non dobbiamo chiedere pulizia dei dati, trasparenza e di rimediare al danno fatto ai cittadini, ai consumatori e anche alle autorità vigilanti perché sia noi che il ministro dei trasporti tedesco siamo parte lesa in questa vicenda”.
Coinvolte quasi 1 milione di auto in Francia, 1,2 milioni in Gran Bretagna – Volkswagen ha fatto sapere che in Francia sono 948.064 i veicoli che montano il software truffaldino che riduce le emissioni. Si tratta di 574.259 Volkswagen, 93.388 Seat, 189.322 Audi e 66,572 Skoda, oltre che 24.523 veicoli commerciali. I possessori saranno contattati “rapidamente nei prossimi giorni”, ha fatto sapere un portavoce, e la società metterà a disposizione un numero di telefono apposito per avere informazioni sui richiami. I veicoli presenti sul mercato britannico che potrebbero essere coinvolti nello scandalo sono invece quasi 1,2 milioni: lo riconosce la stessa casa tedesca citata dalla Bbc, impegnandosi a fornire a breve i numeri d’identificazione dei veicoli in modo che concessionari e officine possano richiamare i proprietari per controlli e interventi del caso. Circa 94mila auto sono poi coinvolte in Portogallo, stando ai media locali che citano Siva, rappresentante di diversi marchi tra cui Skoda e Audi.
Codacons notifica prima class action a Venezia – Il Codacons ha notificato la prima class action italiana contro Volkswagen dinanzi al Tribunale di Venezia, territorialmente competente avendo Volkswagen Group Italia Spa sede a Verona, e l’azienda dovrà comparire davanti ai giudici il prossimo 11 febbraio per rispondere delle richieste risarcitorie. Tutti i proprietari di vetture del gruppo Volkswagen coinvolte nello scandalo, spiega l’associazione, possono formalmente preaderire alla class action, in attesa della pronuncia del Tribunale sulla ammissibilità, compilando i moduli pubblicati sul sito www.codacons.it, e chiedere il risarcimento dei danni subiti in relazione agli illeciti subiti, alla perdita di valore dell’automobile, al danno esistenziale da inquinamento involontario, ad eventuali richiami delle vetture e altro, per un importo compreso tra 10mila e 50mila euro ad automobilista.