Capitoli

  1. Pompei, bando vinto da editore in affari con azienda di famiglia di soprintendente
  2. LA CORSA PER NON PERDERE 130 MILIONI IN FONDI UE
  3. CORSA AGLI APPALTI TRA RICORSI E INCHIESTE
  4. IL RICORSO DEGLI ESCLUSI: "CONFLITTO D'INTERESSE"
  5. IN ATTESA DEL TAR SI VA AVANTI. PER NON PERDERE I FONDI
Cronaca

Pompei, bando vinto da editore in affari con azienda di famiglia di soprintendente

Massimo Osanna, al vertice del sito archeologico, ha scritto testi per "L'Erma", a cui l'editrice di famiglia è legata da un contratto di distribuzione. L'azienda fa parte del gruppo di imprese che ha vinto una gara da due milioni di euro per fornire soluzioni audio-video per i visitatori. E il dirigente era a capo della commissione aggiudicatrice. Da qui i ricorsi dei concorrenti, che ora rischiano di far perdere il finanziamento in scadenza. La replica: "Nulla di irregolare, non mi occupo di politiche commerciali"

Se devi Nutrire l’Impero l’importante è bandire. Pompei stupisce ancora, se non è per le antiche tracce che ancora emergono dagli scavi è per quelle lasciate di fresco dai contemporanei. Una porta dritto a Massimo Osanna, il soprintendente che guida il progetto Grande Pompei, la macchina che da un anno e mezzo macina appalti a tempo di record per spendere entro fine anno tutta la dote da 105 milioni ricevuta dall’Europa, pena la revoca dei fondi. La traccia è un corposo catalogo – 592 pagine in brossura, 80,75 euro – che accompagna la mostra in corso all’Ara Pacis di Roma fino al 15 novembre. Titolo: “Nutrire l’Impero. Storie di alimentazione da Roma e Pompei”. Un evento molto atteso, dopo la fortunata mostra “Riscoprire Pompei” che nel 1993 ha visto collaborare la soprintendenza capitolina e quella del sito archeologico.

Ebbene il catalogo è realizzato e distribuito a cura dell’editore L’Erma di Bretschneider e riporta testi di Massimo Osanna e Adele Lagi, rispettivamente soprintendente e dirigente Mibact. Che però a Pompei sono anche il presidente della commissione di gara e il responsabile unico del procedimento che ad aprile hanno assegnato una gara d’appalto del valore di oltre due milioni di euro a un consorzio romano (Arte’m Net) che è partecipato dall’editore in questione. La coincidenza ha sollevato il dubbio di un sotterraneo – è il caso di dire – conflitto d’interessi ed è finita al centro di un contenzioso ancora aperto.