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Siria, McCain: “Raid russi sui ribelli filo Usa”. Fonti libanesi: “Assad prepara operazione di terra”

In un'intervista alla Cnn il senatore repubblicano accusa Mosca. La risposta del Cremlino arriva per bocca del ministro degli Esteri, Serghiei Lavrov: "Non consideriamo il Free Syrian Army un gruppo terroristico, e pensiamo invece che dovrebbero essere parte della soluzione politica". Intanto sono iniziati i colloqui a livello militare per evitare scontri o incidenti

Alcuni dei raid aerei compiuti dalla Russia in Siria hanno colpito i combattenti della Free Syrian Army, gruppo addestrato ed equipaggiato dalla Cia. Lo ha detto il senatore degli Stati Uniti John McCain in un’intervista alla Cnn. Secondo alcuni media Usa nel pomeriggio è prevista una videconferenza tra i vertici militari dei due Paesi, per fare il punto della situazione e tentare di coordinare le rispettive operazioni contro l’Isis. Fonti libanesi, riportate dalla Reuters, riferiscono anche che Assad starebbe preparando un’azione di terra con l’aiuto dei russi.

“Posso assolutamente confermare che i primi raid – ha dichiarato il politico repubblicano – sono stati contro individui e gruppi finanziati e addestrati dalla nostra Cia” e gli Stati Uniti possono sostenerlo “perché abbiamo comunicazioni con la gente lì”. La Reuters riporta una dichiarazione di Hassan Haj Ali, comandante del gruppo Liwa Suqour al-Jabal, che afferma che i raid russi hanno colpito un campo di addestramento, nella provincia di Idlib, gestito dai ribelli addestrati dalla Cia in Qatar e Arabia Saudita. Le “vere intenzioni” della Russia in Siria non sono chiare, ha detto il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest, sottolineando che gli attacchi russi in Siria non sembrano concentrati sull’Isis.

La risposta del Cremlino arriva per bocca del ministro degli Esteri, Serghiei Lavrov: “Non consideriamo il Free Syrian Army un gruppo terroristico, e pensiamo invece che dovrebbero essere parte della soluzione politica”,  ha detto il capo della diplomazia russa parlando ai giornalisti all’Onu. Lavrov non ha però replicato all’accusa circa la possibilità che alcuni dei raid aerei di Mosca possano aver colpito i combattenti del gruppo addestrato dagli Usa.

Intanto Stati Uniti e Russia hanno iniziato i colloqui a livello militare per evitare scontri o incidenti in Siria. Lo ha riferito il dipartimento della Difesa americano. Il portavoce della missione militare statunitense contro lo Stato islamico in Iraq, il colonnello Steve Warren, ha confermato l’inizio dei colloqui e affermato che le operazioni americane in Siria e Iraq non sono state influenzate dall’inizio dei raid russi.

Dal Libano arrivano notizie secondo cui il regime siriano sarebbe pronto alla controffensiva contro Isis e ribelli. “È possibile che le imminenti operazioni di terra si concentreranno nelle campagne di Idlib e Hama”, ha detto una fonte libanese parlando di un’azione pianificata da Assad per riconquistare alcune zone della Siria sfruttando le operazioni aeree della Russia. L’Iran, secondo Reuters, ha mobilitato combattenti di milizie sciite, anche iracheni e afghani, per combattere a fianco delle forze del governo siriano.

Il portavoce del Ministero degli Esteri iraniano, Marzieh Afkham, ha dichiarato in un comunicato che il Paese sostiene pienamente le operazioni russe: “La Repubblica islamica dell’Iran considera l’intervento militare russo contro gruppi terroristici un passo avanti nella guerra al terrorismo e nella soluzione della crisi siriana”. I raid, ha aggiunto, sono partiti in seguito ad una “richiesta ufficiale del governo siriano”.

La Russia ha intanto ha fatto sapere di aver dispiegato in Siria un battaglione di forze speciali della marina per garantire la sicurezza della base di Hmeimim, vicino a Latakia, da cui partono i raid. Il portavoce del ministero della Difesa, Igor Konashenkov, ha precisato che operano in Siria più di 50 mezzi fra aerei ed elicotteri e che nella notte sono stati effettuati altre otto operazioni contro quattro obiettivi dell’Is.

Le notizie di vittime civili provocate dai raid russi in Siria sono una “guerra dell’informazione”, ha denunciato il presidente russo Vladimir Putin, aggiungendo che il suo paese sta definendo “contatti con servizi di intelligence e istituzioni militari degli Stati Uniti per coordinare le azioni in Siria” allo scopo di “stabilire un meccanismo operativo eccezionale“.