Cronaca di uno scacco matto annunciato
Mastro Putin sa che la geopolitica è l’antagonismo sotto qualsiasi forma, soprattutto quella più brutale e devastante. La diplomazia della geopolitica è mantenere gli equilibri, sino al limite della loro fragilità. Poi, in nome della pace e della stabilità, nel caso gli equilibri venissero meno, gestire i conflitti eventuali e le proprie convenienze. Il Grande Gioco di Putin nel Medio Oriente non sorprende. Anzi, era annunciato. Nel 2013 The Times l’aveva nominato “uomo dell’anno”, Forbes l’aveva messo in cima alla classifica delle “personalità più potenti del pianeta”, persino i Giochi Invernali di Soci del febbraio 2014, al contrario di coloro che ne avevano profetizzato il disastro, si sono rivelati un volano a suo favore. Subito dopo l’appuntamento olimpico il capo del Cremlino mise in atto il Progetto Eurasia, un mito al quale voleva dare un senso concreto, contrapposto all’atlantismo di Bruxelles. Garantire cioè attorno alla Russia una sorta di anello magico, di nazioni legate a Mosca dalla geografia e dalla storia. Restaurare in qualche modo l’impero sovietico. Un modo di rispondere a una sfida sul piano globale. La prima mossa è stata quella di attaccare la riluttante Ucraina, di smembrarla, di metterne in crisi la complessa identità nazionale. Le sanzioni sono state un prezzo pesante, comunque messo in conto, il braccio di ferro con l’Unione Europea, una conseguenza che lasciava tuttavia margini per trattative, in fondo la Russia era e continua ad essere il primo partner commerciale dell’Ue.
Ecco come rinasce l’impero sovietico in due mosse: Eurasia e nuovo rapporto con Pechino
La seconda mossa è stata quella di recuperare – almeno sul piano economico e finanziario – il rapporto con Pechino. La terza è stata quella di rafforzare il suo caposaldo siriano, dopo aver contribuito a predica la guerra “mirata” contro l’Is e sa che questa opzione è apprezzata dall’opinione pubblica, non solo russa, ma in buona parte dell’Occidente. Tanto che François Hollande ha rotto le titubanze e ha bypassato Obama – troppo prudente, troppo impreparato. Mastro Putin ha proposto un’alleanza strategica internazionale “alternativa”, ha obbligato Obama a venire a patti, anche se il presidente americano ha rivendicato il ruolo costruttivo degli Stati Uniti, epperò, ha ammesso il capo della Casa Bianca, in questo mondo tanto interconnesso l’America non può farcela da sola, c’è necessità di cooperare. Ossia ha avvalorato la posizione di Putin. Il quale si gode il trionfo. La Russia incrementa la sua influenza in Medio Oriente. L’Europa si divide, come suo solito, tra chi vuole sparare subito e chi spera nei negoziati. Mentre Mastro Putin può godersi il suo trionfo geopolitico. Una geopolitica vigorosa. Anzi, virile. In sintonìa con la sua immagine di neozar macho e profondamente russo.