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Asti, dopo diffida il sindaco Pd lascia poltrona nella banca creditrice del Comune

Secondo il MoVimento 5 Stelle il primo cittadino era in conflitto di interessi perché il Comune garantisce un prestito concesso dalla locale Cassa di Risparmio, di cui era consigliere. In una lettera spiega la scelta di lasciare con la volontà di non "sottoporre il proprio mandato all’incertezza" di una causa

Dopo più di due anni Fabrizio Brignolo, sindaco Pd di Asti e consigliere d’amministrazione della Cassa di risparmio di Asti, ha deciso: lascerà l’incarico nella banca cittadina. Lo fa con “rammarico” dopo la diffida depositata giovedì scorso dai consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle che denunciavano un presunto conflitto di interessi. Da quel giorno il primo cittadino ha avuto sette giorni di tempo per decidere. Se non avesse lasciato una delle due cariche lunedì l’avvocato Alberto Pasta, rappresentante dei consiglieri comunali Davide Giargia e Marcella Serpa, avrebbe presentato il ricorso al tribunale di Asti che a marzo aveva dichiarato decaduto il sindaco dalla presidenza della Provincia proprio in ragione del suo ruolo nella banca. Ora Brignolo, eletto sindaco nel giugno 2012 e nominato nel cda dell’istituto bancario nel febbraio 2013, ritiene che sia troppo rischioso lasciare la questione a un tribunale soprattutto su un tema che, secondo lui, “suscita molti dubbi sotto il profilo giuridico”, ha scritto nella lettera inviata oggi ai consiglieri.

Riassumendo, il caso che metterebbe il primo cittadino in conflitto di interessi è questo: nel 2005 il Comune ha dato per dieci anni la concessione di un campo di calcio a un’associazione sportiva dilettantistica, che ha chiesto e ottenuto una proroga fino al 2020 in cambio di lavori di ristrutturazione finanziati con un prestito della Cassa di risparmio garantito dal Comune. Tuttavia, ora che l’organizzazione sportiva fatica a pagare le rate del prestito, la banca potrebbe andare dal Comune e chiedere i soldi. Secondo il M5S questa situazione porrebbe il sindaco in un conflitto di interessi violando il Testo unico degli enti locali. “In questo caso ritengo che la CR Asti non stia erogando alcun servizio, somministrazione o appalto in favore del Comune”, ha scritto il sindaco spiegando che secondo lui questo non viola le norme.

“Pur essendo convinto della sostanziale infondatezza delle eccezioni che mi vengono mosse – si legge ancora – è evidente che il sindaco che ha ricevuto dai propri concittadini la fiducia e il mandato di amministrare la Città non può sottoporre il proprio mandato all’incertezza che contraddistingue anche le cause in apparenza più ‘tranquille’ e anche un minimo fumus lo deve far riflettere sull’importanza delle scelte che è chiamato ad effettuare”. Poi Brignolo esprime il suo dispiacere per il fatto di doversi dimettere togliendo così dal cda della banca “l’unica istituzione cittadina, il sindaco, che per definizione rappresenta la generalità dei cittadini”.

L’avvocato Pasta, ex assessore alla legalità proprio nella giunta di Brignolo, ricorda però un particolare: “Già nella sentenza del tribunale di Asti del 20 marzo scorso si afferma che il consigliere di amministrazione di una banca rappresenta l’azienda e non la città”. Per il consigliere Giargia “il sindaco cambia di nuovo versione: prima affermava che era un amministratore non esecutivo e con poteri limitati, ora fa intendere che avrebbe avuto il potere per fare gli interessi dei cittadini. Vorremmo sapere cosa ha ottenuto in questi due anni”.

Twitter @AGiambartolomei