Un’altra inchiesta colpisce Cpl Concordia, la coop rossa già coinvolta nel caso della metanizzazione di Ischia e accusata di rapporti con la camorra casalese nelle sue attività in Campania. La Guardia di Finanza ha sequestrato impianti fotovoltaici e conti correnti per 16 milioni di euro a progettisti e rappresentanti di società operanti nel fotovoltaico in Puglia. Secondo gli inquirenti, gli impianti sono intestati a soggetti diversi, ma sono in realtà riconducibili a Cpl Concordia. Sono 14 gli avvisi di garanzia emessi dal Gip di Modena – l’azienda ha sede a Concordia sulla Secchia – su richiesta della procura.
Gli avvisi di garanzia sono stati notificati dai finanzieri della compagnia di Monopoli per i reati di associazione a delinquere, falsità ideologica in atto pubblico e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Le indagini hanno indicato “un’anomala concentrazione di impianti fotovoltaici in alcune aree dei Comuni di Turi e Noci, in provincia di Bari”. Impianti che, secondo l’accusa, “benché suddivisi e formalmente riconducibili a soggetti economici diversi, erano di fatto riferibili ad un unico centro di interessi economici”, appunto la Cpl.
Secondo gli inquirenti, tre parchi fotovoltaici di grandi dimensioni erano stati solo formalmente frazionati in più impianti di piccola potenza, con l’obiettivo di aggirare la complessa procedura prevista per il rilascio della autorizzazione unica regionale (Aur). L’operazione, oltre a semplificare le procedure autorizzative, assicurava un indebito vantaggio legato al “conto energia“, il meccanismo che premia con tariffe incentivanti l’energia prodotta dagli impianti fotovoltaici per un periodo di 20 anni. I pagamenti indebiti erogati dallo Stato alle 10 società sono stati quantificati in 16 milioni di euro, il valore dei beni sequestrati.
Il consiglio d’amministrazione di Cpl ha deciso, in via cautelativa, di sospendere con effetto immediato i dipendenti coinvolti dall’indagine.”Cpl concordia, nel ribadire il massimo rispetto e la piena fiducia nell’attività della magistratura modenese, si dichiara del tutto estranea ai fatti oggetto di addebito”, spiega l’azienda, che ha conferito agli avvocati Filippo Sgubbi e Carlo Enrico Paliero “l’incarico di difendere e tutelare in ogni sede le ragioni della cooperativa”.