Il vicepresidente della Camera sulla sua presunta incoronazione al raduno dei grillini a Imola: "Non ci sarà. Quando ci sarà l'esigenza di eleggere un candidato alla presidenza del Consiglio, lo individueremo. Ma voglio precisare che non sarà un 'leader' del Movimento"
L’attacco a Renzi sulla questione Rai, la politica sui migranti e il futuro prossimo del Movimento 5 Stelle, che è e resterà off limits per i vecchi volponi della politica. Il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio non ha alcun dubbio nel confermare quale sarà il domani del non-partito fondato da Beppe Grillo, con il raduno di Imola in programma il 17 e 18 ottobre che giocoforza rappresenterà un capitolo importante nel presente, ma soprattutto nel futuro del M5s. “Lì non ci sarà una mia incoronazione. Anche perché la monarchia non c’è più in Italia” ha detto Di Maio nel videoforum di Repubblica Tv, sottolineando un concetto più volte espresso anche in passato: “Sono contento di dare un contributo a questo movimento come tutti gli altri parlamentari e quando ci sarà l’esigenza di eleggere un candidato alla presidenza del Consiglio, lo individueremo. Ma voglio precisare che non sarà un ‘leader’ del Movimento“.
La scelta del candidato premier: “Deve avere i requisiti ed esser condiviso”
“Chiunque si può candidare nel Movimento, basta che abbia i requisiti e sia condiviso” ha specificato il numero due di Montecitorio, che ha chiuso alle avances di politici navigati che strizzavano l’occhio a M5s. “No a scalate di personaggi improbabili – ha assicurato Di Maio – Queste regole fino ad ora ci hanno tenuto alla larga da vecchi volponi della politica che volevano portare il loro pacchetto di voti”. Quindi nessuna speranza per Antonio Di Pietro di correre per la poltrona che lascerà libera Giuliano Pisapia a Milano? “Non ha i requisiti, ha passato un’eternità nelle istituzioni. Se si inizia a derogare si finisce come il Pd che aveva la regola dei 3 mandati salvo eccezioni e poi le eccezioni sono diventate più della regola” ha detto Di Maio, stoppando ogni velleità dell’ex leader Idv.
Le critiche del Pd alla Rai: “Segno di debolezza dei democratici. Renzi ha paura”
Il vicepresidente della Camera è poi intervenuto sulla polemica degli attacchi del Partito democratico alla Rai. “E’ un grande segno di debolezza di Renzi: ha paura che oggi la tv possa fargli perdere consenso. Vorrebbe una tv a sua immagine e somiglianza perché evidentemente si sente debole. Perciò attacca” è stata la spiegazione di Luigi Di Maio. Che poi si è chiesto: “Cosa ha da nascondere o preoccuparsi? Forse ha paura che, ad esempio, qualcuno dica che Renzi non ha abolito le province ma solo gli elettori?”. Poi ha aggiunto: “Via i partiti dalla Rai, avevamo detto. Poi Renzi ha deciso di votare il cda con la legge Gasparri che lui stesso aveva criticato”. E ancora: “Invece di prendere un amico, noi abbiamo scelto una persona che può vantare un curriculum e che non si sognerebbe mai di prendere mai un ordine da noi – ha specificato Di Maio – Se lo immagina Freccero che dice ‘Sì signori’? Ecco la nostra garanzia di indipendenza. Non certo lo spin doctor di Casini, come ha fatto qualcun altro…”.
Migranti, la linea M5s: “Non siamo come Orban che spara lacrimogeni”
“La nostra linea sull’immigrazione non è quella di Orban che spara lacrimogeni su esseri umani” ha detto il deputato 5 Stelle, secondo cui “gli italiani non ne possono più del fenomeno migratorio non perché siano intolleranti, ma perché vedono questo fenomeno sfruttato come un business da parte della politica”. Sulle unioni civili, in commissione Giustizia al Senato, dove si sta discutendo il provvedimento, “noi siamo determinati ma il Pd sta rallentando per cercare un accordo con Ncd”.