“Gioco delle parti tra Verdini e Berlusconi? Non è escluso. Non è che Berlusconi ha due partiti? Uno per l’azienda, rappresentato da Verdini, e uno per la facciata, cioè Forza Italia, destinato agli elettori?“. E’ la domanda posta dal direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, durante un vis-à-vis con il governatore della Liguria, Giovanni Toti (Forza Italia), a Otto e Mezzo (La7). Il giornalista spiega: “E’ sempre possibile che Berlusconi e Verdini siano d’accordo. Il partito azienda, cioè Mediaset, nella persona di Confalonieri auspica che Renzi resti al suo posto perché la stabilità politica conviene a un gruppo che è adesso in difficoltà come Mediaset. Confalonieri non è per la rottura con Renzi, ma è un fautore del patto del Nazareno ed è sulla stessa linea di Verdini“. Travaglio poi riassume la situazione complicata all’interno di Forza Italia, con la formazione del gruppo verdiniano Ala, definito “una specie di parcheggio a ore, in attesa della ripartenza verso il Partito della Nazione”. E osserva: “Il problema è che non c’è né un centrodestra, né un leader del centrodestra, mentre governa il centrosinistra. La mancanza di un’opposizione di centrodestra è dovuta anche al fatto che, qualsiasi cosa dica il centrodestra a Renzi, non è credibile. Gli rinfacciano una legge elettorale che fa schifo. Perché l’hanno votata? Gli rinfacciano una riforma costituzionale che fa schifo. Perché l’hanno votata due volte? Gli rinfacciano la compravendita. Perché l’hanno fatta anche loro?”. Travaglio nota similitudini tra la compravendita del 2010, quella che coinvolse Razzi, Scilipoti, finiani ed esponenti del Pd, come Calearo, con quella in atto tramite Verdini: “Ora il centrodestra non può insorgere, perché ha fatto la stessa cosa che sta facendo Verdini e il paradosso è che Verdini all’epoca era addetto all’acquisizione dei finiani e dei piddini. La compravendita del 2010 è diversa da quella del 2006 che riguardò Sergio De Gregorio negli anni del governo Prodi e che costituisce un problema penale”. Toti ribadisce che la leadership del partito è rappresentata da Berlusconi, che però sarebbe penalizzato dalla sua ineleggibilità. “Ma Grillo e Renzi non stanno mica in Parlamento” – ribatte Travaglio – “eppure i loro partiti sono ai vertici nei sondaggi. La verità è che adesso il conflitto di interessi, che la sinistra non ha mai risolto, si sta rivoltando contro la stessa FI, perché nel partito sanno tutti che Berlusconi non è un leader credibile. Ma non riescono a toglierlo di lì, intanto perché mette i soldi. E in più Berlusconi ha le televisioni ed è inamovibile. Sono mesi che dite di voler rinnovare FI, però poi non lo fate perché c’è questo macigno di mezzo. E sono scappati tutti: Bondi, Verdini, Fitto”. Nel finale, il dibattito verte sulle contraddizioni di Matteo Renzi e sulle promesse e mai attuate “rottamazioni”
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