Un gruppo di azionisti si è rivolto alla Procura per chiedere che sia fatta chiarezza sulla decisione del consiglio di amministrazione che nel 2013 ha deprezzato il valore dei titoli di quasi un terzo da un giorno all'altro
Hanno visto i loro risparmi investiti in azioni della banca ridursi del 30% nel giro di una notte. Per questo una quarantina di piccoli azionisti della Cassa di Risparmio di Forlì e della Romagna (gruppo Intesa Sanpaolo) ha depositato in Procura un esposto chiedendo che sia fatta chiarezza sul deprezzamento deciso dal consiglio di amministrazione a partire dall’1 agosto 2013. In precedenza alcuni di loro, tra l’altro, avevano tentato inutilmente di vendere i titoli: i tempi e le modalità stabiliti dalla banca non l’avevano consentito. Solo qualcuno dei 5.200 piccoli soci è riuscito a disfarsene prima della delibera del cda.
Federconsumatori ha tentato una conciliazione con Cariromagna, ma senza ottenere alcun risultato. Per questo chi ha subito perdite ha ora deciso di portare la vicenda in tribunale. “Vogliamo capire – spiega Milad Basir, presidente dell’associazione consumatori – se Cariromagna ha agito in conformità alla normativa per quanto riguarda la vendita e l’emissione delle azioni, se sono legittimi i comportamenti che l’istituto di credito ha tenuto con gli azionisti in questi mesi e in merito al conflitto di interessi della banca, emittitrice e venditrice delle quote. Abbiamo chiesto a Cariromagna documentazioni che non abbiamo mai ottenuto”.
Ora la Procura dovrà chiarire se sono perseguibili i responsabili del ribasso delle azioni in base all’articolo 501 del Codice penale, quello sul reato di aggiotaggio.