Liquami ospedalieri sversati direttamente nelle fogne, scarti sanitari solidi mischiati alle immondizie urbane sono stati rinvenuti nei giorni scorsi ad Aversa e a Marcianise, nel casertano. Non è tutto. Solo poche ore e arrivano le ultime – per adesso – brutte notizie: sempre a Marcianise, i carabinieri sequestrano 22 pozzi nei terreni vicini allo stabilimento “ Nokia Solution and Network spa”.
Secondo l’Agenzia regionale per la protezione ambientale, tra l’ altro, “ è stata rinvenuta un’alta concentrazione, oltre i limiti di legge, di tetracloroetilene, sostanza cangerogena per l’ uomo. Causa di tumori al fegato, all’ utero, alla pelle”. Per la Procura di Santa Maria Capua Vetere, “ l’ attività dello stabilimento è almeno una delle fonti di tale contaminazione”. Lo stiamo dicendo da anni: nella “ Terra dei fuochi” occorre allargare lo sguardo a 360 gradi se davvero si vuole arrivare a una qualche soluzione del dramma che inquina l’ambiente e rovina la salute.
Emerge con sempre più chiarezza che non è affatto l’inciviltà dei cittadini all’origine di questa tragedia. E – permettetemi – non è nemmeno la sola camorra. È l’ industria disonesta sempre più avida di potere e di denaro. Lo abbiamo visto pochi giorni fa. Chi se lo sarebbe aspettato che la Volkswagen sarebbe stata capace di ingannare e inquinare tanta gente e tanti paesi? È stato penosissimo assistere alla confessione del responsabile quando ha affermato: “Siamo stati disonesti”. Così. Con la stessa faccia tosta del bambino trovato con le dita nella marmellata.
Intanto la Regione ha finito i fondi per le struttute sanitarie private. E negli ospedali pubblici le liste di attesa per un esame sono lunghissime. Ci si ammala di più nelle nostre zone? Lo credo bene. Sarebbe impensabile il contrario. Pozzi avvelenati. Roghi velenosi che continuano a bruciare indisturbati. Al ministro Beatrice Lorenzin, che l’anno scorso ebbe a dire che l’aumento di patologie tumorali nella mia terra è dovuta agli “stili di vita personali” rivolgiamo l’ invito, oggi, a rivedere le sue posizioni e – perché no? – chiedere scusa ai nostri ammalati e ai parenti di coloro che hanno smesso di vivere.
Sabato scorso il governatore della Campania, De Luca ad Acerra disse che riguardo alle bonifiche siamo all’anno zero. Mentre il procuratore di Nola, ritornava a gettare la croce sulle spalle della povera gente: “Vedo con i miei occhi automobilisti lanciare dai finestrini sacchetti di spazzatura”. Siamo rimasti addolorati. Increduli. Basiti. Ancora? Non dico che non è vero. Dico solo che quella notizia deve essere completata con queste altre ben più pericolose. Perché dietro quei “ sacchetti gettati dai finestrini” si nascondono ben bene un sacco di imbroglioni senza scrupoli e senza cuore. Chi è che ha avvelenato questi pozzi? Forse i contadini? Le casalinghe? No, sono i giganti dell’industria che già guadagnano somme stratosferiche.
Papa Francesco nella “Laudato Si” ci ha avvertiti. La Casa comune necessita dell’attenzione di tutti. A me pare che i cittadini ci siano. Si sono fatti sentinelle attente delle loro terre. Spendono tempo, competenze, denaro per richiamare l’attenzione di chi ha la responsabilità della cosa pubblica. Sovente rischiano la vita. La Chiesa campana si sta impegnando in un discorso serio, continuo e coscienzioso. Si è fatta accanto alla sua gente. Ne condivide i lamenti. Ne asciuga le lacrime. Purtroppo il più delle volte manca proprio la volontà politica. Mancano i controlli. Manca il pugno fermo contro gli avvelenatori. Manca – ed è tristissimo – la possibilità di diagnosticare con urgenza, per poi curare, i nostri ammalati.
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel mese di aprile, mi scrisse una lettera in cui si diceva fortemente addolorato per quanto accadeva nella nostra terra. Promise inoltre di venire di persona a incontrare il popolo della “terra dei fuochi”. Anche Renzi ha promesso a me e al mio vescovo Angelo Spinillo, di voler ritornare da noi. Ad ambedue voglio ricordare la promessa fatta. Venite: il mio popolo, martoriato e stanco vi aspetta. Queste notizie deleterie sono per noi un’ altra picconata in testa. Ma non ci arrendiamo. La battaglia per richiamare in vita la nostra terra continua. Senza eccessive illusioni e – soprattutto – senza mai smarrire la speranza.