5168 euro al mese dopo soli dieci anni di attività da governatore, più 198.000 come indennità di fine mandato: sono i numeri quelli che contano nella querelle tra Nichi Vendola e Beppe Grillo, che ha giustamente polemizzato contro Vendola baby pensionato a soli 57 anni. Poco c’entrano, anzi non c’entrano per nulla, le accuse – sia pure stupide – omofobe di alcuni militanti dei Cinque Stelle, così come il goffo e inutile intervento di Ivan Scalfarotto che ha tirato in ballo la questione omofobia. Qui non è questione di omofobia, ma di casta. A rende ancora più criticabile il vitalizio di Vendola è anche il fatto che durante il suo mandato sono stati aboliti vitalizi e indennità di fine mandato: naturalmente, però, fatti salvo i diritti acquisiti. Una scelta onestamente ipocrita. Così, è facile legiferare, contro quelli che verranno dopo.
Ma a far pendere l’asticella a favore di Grillo ci sono altri due elementi: la risposta commento di Nichi Vendola, che dice che rinuncerebbe se non fosse ricco, un’argomentazione non sense perché il punto non è la povertà della persona in questione (parecchi italiani ne avrebbero bisogno, eppure non ne hanno diritto). E la sua critica ai comici miliardari, che dimentica la differenza tra soldi guadagnati privatamente e soldi pubblici. La seconda è la scelta di Sergio Blasi, ex segretario regionale del Pd, che – unico nel panorama politico – ha rinunciato al vitalizio, beccandosi anche accuse da parte degli altri consiglieri regionale, dimostrando che vivere senza vitalizio si può.
Rinunciare si può, dunque, anzi si deve, specie se della lotta contro il vitalizio si è fatta una battaglia politica. Eppure continuiamo a vedere politici e sindacalisti, una vita spesa per i lavoratori, andare in pensione con cifre inimmaginabili per un normale lavoratore italiano (scandaloso il caso del’ex leader della Cisl Raffaele Bonanni). Chini sul loro interesse personale, non capiscono che così si assottigliano agli occhi degli elettori le differenze ideologiche, mentre si ispessisce la vera linea di separazione tra chi può godere di determinati privilegi e chi no. Vendola dovrebbe capirlo. E ripeto, l’omofobia non c’entra nulla. Semmai l’ingiustizia sociale, quella sì.