E’ braccio di ferro tra lobby sulla norma del ddl Concorrenza, attualmente all’esame dell’aula della Camera, che prevede una sanatoria per le società di ingegneria. Un braccio di ferro che si dovrebbe concludere in prima battuta domani con una “vittoria” di Confindustria, che avrebbe trovato sponda nel ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi (nella foto), già vicepresidente di via dell’Astronomia.
Due i fronti contrapposti: da una parte ingegneri e Rete delle professioni tecniche, dall’altra parte Confindustria con l’Oice, che rappresenta una parte delle società di ingegneria italiane. Al centro del braccio di ferro l’articolo 31 del ddl Concorrenza che prevede una sanatoria per tutti i contratti stipulati dal 1997 al 2013 tra società di ingegneria e committenti privati. Contratti che, secondo una parte della giurisprudenza, sarebbero nulli visto che la legge Merloni che istituitì le società di ingegneria ne consentiva la costituzione a patto che si occupassero solo di appalti pubblici.
Sin dall’emanazione del ddl Concorrenza ingegneri e professionisti tecnici hanno chiesto che, a fronte di quello che definiscono un “condono“, le società di ingegneria, al pari dei singoli professionisti (ingegneri, architetti, geometri), siano sottoposte agli obblighi deontologici dell’ordine di appartenenza. La richiesta è stata accolta durante l’esame del disegno di legge nelle commissioni Finanze e Attività produttive della Camera: si è deciso che la sanatoria possa essere applicata solo a quelle società di ingegneria che rispettino gli stessi requisiti imposti alle società tra professionisti (in particolare, requisiti del socio che svolge la prestazione professionale, copertura assicurativa, rispetto del codice deontologico).
Ora che il ddl Concorrenza è in aula, però, il braccio di ferro tra professionisti da una parte e società di ingegneria (con Confindustria) dall’altro, è ricominciato. Questa volta, secondo quanto si apprende, a spuntarla potrebbe però essere Confindustria che punta a svincolare le società di ingegneria dal controllo degli ordini professionali per eliminare, per usare le parole della presidente dell’Oice Patrizia Lotti “vincoli che rischiano di fare fuggire dal nostro Paese le grandi società di ingegneria”.
In aula alla Camera, quindi, dovrebbe arrivare domani un emendamento riformulato che potrebbe prevedere, a fronte della sanatoria concessa, che le società di ingegneria si dotino di un’assicurazione, che i propri professionisti siano iscritti a un albo e che venga realizzato al ministero dei Trasporti un registro delle società di ingegneria. Una riformulazione che dovrebbe quindi far sparire la previsione dell’assoggettamento delle stesse società alla disciplina imposta dall’ordine professionale. Con quali conseguenze? A rispondere degli obblighi deontologici, e a rischiare quindi delle sanzioni, sarebbero solo i singoli ingegneri o architetti che nelle società di ingegneria lavorano come dipendenti.