Jade Hatt, 21 anni, aveva avuto una relazione col padre del ragazzino. Secondo la difesa lei è immatura e lui molto precoce. Il giudice l'ha condannata a sei mesi di prigione e ha imposto che sia registrata per sette anni come molestatrice
Una babysitter 21enne ha costretto un bambino di 11 anni a un rapporto sessuale. Il padre del ragazzino, col quale lei aveva avuto una relazione, ha però deciso di non denunciarla: “Sarà la prima tacca sulla sua cintura”.
La storia, raccontata dal Mirror, arriva dall’Inghilterra: Jade Hatt, mentre si occupava del bambino che era a casa da scuola, all’improvviso si è seduta su di lui, si è spogliata, ha tolto i vestiti anche a lui e lo ha forzato a fare sesso.
Il padre del ragazzino, però, l’ha difesa davanti alla Corte, descrivendola come immatura e dicendo che il figlio era pronto per l’esperienza, per “la prima tacca sulla cintura“.
Hannah Squire, che rappresenta l’accusa, ha detto alla corte di Swindon, città della contea di Wiltshire: “L’imputata era amica del padre del ragazzo, col quale aveva avuto una breve relazione sessuale. Si è occupata di suo figlio sei o sette volte, durante una di queste si è consumato il reato“.
Il bambino ha ammesso che il rapporto è durato meno di 45 secondi, e che la Hatt “gli ha detto che le era piaciuto, lui le ha detto invece il contrario perché sapeva che era sbagliato“.
Quando la Hatt è stata arrestata ha detto alla polizia che il bambino le aveva detto di avere 15 anni, nonostante sapesse già l’età visto che era stato il padre a dirgliela.
Rob Ross, che rappresenta la difesa, ha detto che la sua cliente è immatura e che la vittima è invece molto precoce per la sua età. In una dichiarazione il padre del bambino ha detto: “So che le ha detto di avere 15 anni. Sembra più grande. E’ affamato di sesso, era pronto e l’episodio non ha avuto su di lui nessuna conseguenza“.
Ross ha detto che la Hatt “chiaramente non agisce come una ventenne” e che ha avuto una crescita difficile perché, tra i 5 e i 7 anni, è stata due anni in ospedale a causa della leucemia.
Il giudice alla fine l’ha condannata a sei mesi di prigione, sospesi per due anni, ha imposto la registrazione del suo nome nella lista dei molestatori sessuali per sette anni e le ha proibito per due anni di avere contatti non supervisionati con minori.