A un mese dall’evento, scambio di bordate fra Sky e Mediaset: chi ci ha rimesso con l’uscita del biscione dalla piattaforma Sky? È impallidito il glamour di Sky da quando i clienti dello Squalo sono costretti a commutare sul terrestre pur di vedere il Grande Fratello, Del Debbio e Le Iene? Oppure, lontano dagli occhi, lontano dallo zapping, non incespicando né nel Grande Fratello, e neppure nel filosofo piacione o negli indignati di professione, i suddetti abbonati evitano del tutto di andarseli a cercare, sazi comunque dei reality originali e doppiati che di per sé infestano la tv a pagamento non meno di quella terrestre? Per non dire dei conduttori più o meno indignati o piacioni.
L’interrogativo trova, una volta tanto, risposte inequivoche, a patto di distinguere fra quel che accade di giorno e quanto capita di sera. Di giorno, e cioè nel regno della tv di compagnia, di Uomini e Donne, di Barbara e di vari telefilm e telenovelas, il pubblico pay abbandona il terzetto generalista di Mediaset e questo ci rimette nell’insieme quasi 2 punti di share (poco meno di uno spettatore ogni dieci). Se si passa all’orario serale le cose vanno diversamente: Canale 5 migliora, e anche di parecchio (due punti abbondanti), ma altrettanto perdono i due canali di scorta, sicché il risultato va in pari.
Quanto basta per indurci a concludere che staccandosi dalla piattaforma Sky, Mediaset ci ha rimesso con l'”ascolto di zapping”, quello a cui ci si abbandona standosene in poltrona a vagare fra le varie offerte del tuo decoder. Evidentemente, l’offerta di reality e telefilm comunque disponibili sulla piattaforma a pagamento non induce a uscirne per inseguire gli stessi generi, e spesso gli stessi episodi, ma più vecchi, incastonati nell’offerta generalista. Mentre Mediaset ha dimostrato di reggere, e anche molto bene, con l'”ascolto di evento”, chiamiamolo nazional-popolare, tipo quello del Grande Fratello che, piaccia o non piaccia, è ormai entrato nei riti nazionali, come Sanremo – o con l'”ascolto da dipendenza” – tipico del pubblico che si è arruolato alle vicende de’ Il Segreto. Più fragile si è dimostrata, invece, l’audience di Rete4 e Italia1, quantomeno perché basata su generi di cui Sky è stracolma. E lo dimostra il fatto che tra le due, a rimetterci di più le penne sia Italia1, con la sua linea di fiction adolescenziale. Mentre Rete 4 fra filosofi e misteri criminali regge abbastanza botta.
Intanto non si può non notare che crescono i più piccoli: di poco La7 che , nonostante la crisi del talk show, consolida il dato dell’anno passato; di molto (un punto e mezzo di share) le avanguardie generaliste di Sky e Discovery, e cioè i canali MTV e Deejay che corrispondono agli ultimi preziosi tasti 8 e 9 del telecomando, quelli che esauriscono la zona del one-digit (dove per zappare basta premere su un tasto e non serve comporre un numero). L’unica area di scelte dove possa prendere piede il generalismo, anche nella versione del “generalismo distribuito”, che a quanto pare, si avvia a sostituire quello “concentrato” nel duopolio. Per noi, nostalgici del monocanale in bianco-nero, è tuttora un trauma. Ma ci abitueremo.