Anche il Papa chiude alla comunione per i divorziati risposati. Dopo le chiusure della relazione introduttiva affidata al cardinale di Budapest Péter Erdö nella quale si ribadiva la dottrina cattolica che prevede la comunione ai divorziati risposati in astinenza sessuale, nel secondo giorno di lavori Bergoglio è intervenuto a sorpresa chiedendo di “non ridurre i temi del Sinodo alla comunione ai divorziati risposati”. Francesco ha ribadito che “la dottrina cattolica sul matrimonio non è stata mai messa in discussione dal Sinodo precedente”. E dopo il coming out del teologo vaticano, monsignor Krzysztof Charamsa, i padri sinodali hanno ribadito che anche nei confronti degli omosessuali la Chiesa deve “rinnovare il suo linguaggio. Non pietà ma rispetto delle persone. Non sono outsider ma fanno parte della famiglia”.
Le parole del Papa fanno eco all’editoriale di Avvenire, a firma di Stefania Falasca, nel quale si precisava che “il cardinale ungherese Péter Erdo ha ribadito che il matrimonio è indissolubile. Perché – si domandava il quotidiano della Conferenza episcopale italiana – c’è stato forse qualcuno dei padri sinodali che lo ha mai messo in dubbio?”. Puntuale la risposta di Avvenire: “Solo la malafede degli avvezzi alle manipolazioni dall’esterno lo hanno fatto credere, per scopi che esulano dal Sinodo stesso. Nelle parole del Papa le polarizzazioni delle conventicole ideologiche sono bandite, messe a distanza siderale”. Nella messa di apertura del Sinodo, infatti, Bergoglio aveva ribadito con estrema chiarezza che “il matrimonio tra uomo e donna non è un’utopia adolescenziale da ridicolizzare”. Prima di iniziare la seconda giornata di dibattito sinodale, il Papa, nell’omelia della messa mattutina nella cappella della sua residenza di Casa Santa Marta, aveva ribadito il suo secco “no ai ministri di rigidità”, perché “Dio vuole misericordia”.
Nel corso delle prime 2 sessioni del dibattito generale sono intervenuti 72 padri sinodali in rappresentanza di tutti i continenti. La violenza domestica e in particolare il femminicidio, anche all’interno del matrimonio, è stato tra i temi maggiormente ricorrenti. Tra gli interventi spazio anche all’immigrazione, ai rifugiati, al modo in cui le famiglie hanno agito nei Paesi in cui ci sono le persecuzioni dei cristiani, al “problema dei non battezzati”, al lavoro minorile e alla poligamia. Ma più che focalizzare l’attenzione sull’accesso alla comunione ai divorziati risposati, proprio come richiesto dal Papa, il dibattito è stato orientato a sottolineare le bellezza della famiglia composta da madre, padre e figli, sottolineando che il messaggio che dovrà uscire al termine dell’assemblea sinodale dovrà esaltare questa realtà spesso minata, secondo i vescovi, da chi vorrebbe introdurre istituzioni diverse come le nozze gay.
Twitter: @FrancescoGrana