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Stato Islamico, il Corsera: “Italia bombarderà Isis in Iraq”. Difesa smentisce: “Solo ipotesi”

La notizia è riportata dal Corriere della Sera, secondo cui i cacciabombardieri che partecipano alla coalizione occidentale contro l’Is riceveranno nelle prossime ore l’incarico di svolgere missioni di attacco in zone selezionate in accordo con il comando americano. Ma la Difesa precisa: "Sono decisioni che dovranno passare dal Parlamento"

Cambiano le regole d’ingaggio della missione italiana in Iraq. Tradotto: i Tornado presto inizieranno a bombardare lo Stato islamico. La notizia è riportata dal Corriere della Sera, secondo cui i cacciabombardieri che partecipano alla coalizione occidentale contro l’Isis riceveranno nelle prossime ore l’incarico di svolgere missioni di attacco in zone selezionate in accordo con il comando americano. A sentire il quotidiano di via Solferino, quindi, è scattata la fase due, quella dei raid. La decisione di partecipare alla coalizione risale a poco meno di un anno fa, con la presenza nell’area di uomini e mezzi delle nostre forze armate e la fornitura di armi ai Peshmerga curdi. All’epoca, Tornado erano configurati per la ricognizione: individuavano gli obiettivi (anche grazie ai droni Predator), poi toccava ad altri colpirli dall’alto.

Ora, invece, gli aerei assumeranno le loro piene caratteristiche di cacciabombardieri e colpiranno direttamente i bersagli individuati in base alle nuove regole di ingaggio. Il nuovo impegno italiano, sottolinea il Corriere, sarà certamente bene accolto dal Segretario alla difesa statunitense Ashton Carter, che oggi è in visita prima a Sigonella e poi a Roma, dove sarà ricevuto anche dal presidente Mattarella. L’inizio dei bombardamenti italiani in Iraq, tuttavia, non cambia la posizione del governo Renzi in Siria. Per un motivo ben preciso: il governo di Baghdad ha chiesto l’intervento armato italiano, mentre da Damasco questo tipo di richiesta è stato indirizzato solo alla Russia, che di fatti ha iniziato un’operazione di guerra a tutti gli effetti.

Il retroscena del quotidiano milanese, tuttavia, ha provocato l’immediata reazione ufficiale della Difesa italiana, che ha diramato una nota stampa per smentire il cambiamento delle regole d’ingaggio. “Le azioni di bombardamento dei caccia italiani in Iraq sono solo ipotesi da valutare assieme agli alleati e non decisioni prese che, in ogni caso, dovranno passare dal Parlamento“. “Escludo che possa essere stata autorizzata alcuna iniziativa oltre quelle già note e discusse dal Parlamento” ha detto il senatore Nicola Latorre, presidente della Commissione Difesa di Palazzo Madama. “In quanto membro della coalizione internazionale contro lo Stato Islamico – ha sottolineato l’esponente Pd – possono esserci certamente rivolte nuove richieste per un ulteriore contributo del nostro Paese alla battaglia contro il terrorismo. Ma queste richieste devono prima essere valutate e poi eventualmente autorizzate previa discussione e approvazione del Parlamento Italiano”.