Il ministro dello Sviluppo Federica Guidi lo considera "un importante traguardo", ma le associazioni consumatori definiscono il testo "pessimo e dannoso" e parlano di "cedimenti alle lobby". Attese modifiche in Senato
Per il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, è “un importante traguardo” che centra l’obiettivo di “favorire la crescita e i consumatori, rendendo l’Italia un Paese più attrattivo nei confronti degli investitori esteri”. Ma le associazioni consumatori la definiscono “una pessima legge, dannosa”, in cui “la concorrenza è solo nelle parole del titolo”. Il disegno di legge sulla concorrenza, approvato mercoledì dalla Camera con 269 voti favorevoli, 168 contrari e 23 astenuti, continua a far discutere per alcuni articoli che invece che liberalizzare il mercato favoriscono chiaramente alcuni gruppi di interesse. Dalla possibilità di imporre costi a chi cambia operatore telefonico al semaforo rosso sulla vendita dei farmaci di fascia C fuori dalle farmacie, dal rinvio di un anno della fine del monopolio di Poste sul recapito delle multe alla sanatoria per i contratti privatistici sottoscritti dalle società di ingegneria. In attesa delle ulteriori modifiche previste durante il passaggio al Senato, dove il ddl è destinato a rallentare perché la settimana prossima dovrà essere esaminata la legge di Stabilità, ecco i principali punti ritoccati a Montecitorio e quelli che hanno suscitato le proteste dei consumatori e della minoranza. Il MoVimento 5 Stelle ha votato contro, Scelta civica si è astenuta perché, ha spiegato il deputato Andrea Mazziotti di Celso, “il governo non dovrebbe mai cedere a veti in senso antiliberale“.
Tornano i costi per chi cambia operatore telefonico – Secondo Massimiliano Dona, segretario dell’Unione Nazionale Consumatori, sulla telefonia “siamo alla farsa: l’espressione ‘penale’, ossia l’autogol mediatico, è stata eliminata e sostituita dalla parola ‘costi‘, ma la sostanza è identica: in caso di risoluzione anticipata si dovrà pagare per abbandonare la compagnia telefonica”. Infatti il ddl prevede che “le spese e ogni altro onere relativo al recesso dei contratti Tlc o per il trasferimento ad altro operatore dovranno essere rese note al consumatore al momento della pubblicizzazione dell’offerta e in fase di sottoscrizione del contratto”. Peccato che il decreto Bersani del 2007 avesse esplicitamente vietato di imporre qualsiasi tipo di spesa al consumatore che chiude il rapporto con un operatore. Di conseguenza la nuova norma rappresenta un passo indietro, come rilevato anche dal presidente dell’authority di garanzia sulle comunicazioni Angelo Cardani. “Per un’effettiva liberalizzazione bisognava invece azzerare le spese per il recesso da contratto telefonico, in modo da realizzare una vera portabilità, come avviene per i conti correnti”, chiosa Dona.
Niente farmaci nei supermercati – L’articolo 32 che contiene “misure per incrementare la concorrenza nella distribuzione farmaceutica” non prevede la liberalizzazione delle farmacie, il cui numero resta contingentato, né dei farmaci di fascia C, quelli che richiedono la ricetta medica ma il cui costo è a carico del cittadino. Continueranno a poter essere venduti solo nelle farmacie. Festeggia Federfarma, secondo cui “la Camera ha riconosciuto il valore sociale e sanitario della farmacia e la necessità di far prevalere la tutela della salute dei cittadini”. Per il Codacons invece la scelta “rappresenta un gravissimo cedimento alla lobby farmaceutica. Ancora una volta il Parlamento si fa sconfiggere dai poteri forti, creando un danno a milioni di cittadini e impedendo la creazione di migliaia di nuovi posti di lavoro”.
Dal 2018 stop ai contratti tutelati per luce e gas – I consumatori criticano la decisione di abolire il mercato di maggior tutela dell’energia, cioè quello in cui è l’authority a fissare i prezzi di luce e gas, nonostante lo stop sia stato rinviato dal 2016 al 2018. L’Aeeg, nota l’Unione nazionale consumatori, “ha sancito che il mercato libero oggi costerebbe al cliente finale in media un 10-20% in più rispetto al regime di maggior tutela“, ma “il governo e la maggioranza, anche in questa occasione a braccetto con le lobby energetiche, si disinteressano dei consumatori e decidono di togliere il servizio di maggior tutela che garantiva un prezzo calmierato da un controllo statale. Ricordiamo ai distratti che già oggi il mercato è effettivamente libero, ma ben pochi consumatori passano al mercato libero”.
Rc auto, per chi installa la scatola nera sconti decisi dall’Ivass – Dopo le polemiche sulle norme pro assicurazioni e vessatorie per le vittime di incidenti stradali e la minaccia di rincari arrivata dalle compagnie, gli articoli relativi all’Rc auto sono stati in parte modificati. Le lesioni di lieve entità potranno essere risarcite per danno biologico permanente anche a fronte di un accertamento “visivo”, senza che siano necessari esami clinici. Ma la novità riguarda solo quelle “oggettivamente riscontrabili senza strumentazione” come le cicatrici, non il classico colpo di frusta. Quanto alle tabelle su cui si basa la quantificazione del risarcimento per fanno biologico anche non lieve, entro quattro mesi verrà creata una tabella unica nazionale che dovrà fare riferimento alla ‘consolidata giurisprudenza di legittimità’, ossia alle tabelle del tribunale di Milano. L’installazione della scatola nera sulle auto, dei sistemi per impedire l’avvio in caso di tasso alcolemico superiore ai limiti e le ispezioni dei veicoli saranno a carico dell’assicurazione e daranno diritto a “sconti significativi” sul premio pagato, il cui ammontare sarà deciso dall’Ivass. Che dovrà accordarne uno più corposo a chi è residente in regioni del Sud, da cinque anni non fa incidenti e ha installato la scatola nera. La cessione del credito e la riparazione dell’auto in carrozzerie convenzionate non daranno diritto invece più diritto a sconti, come previsto nel testo originario, che secondo i carrozzieri avrebbe permesso alle compagnie di incidere sulla formazione dei prezzi delle riparazioni fino a imporre tariffe orarie e tempi di lavorazione. Un’assicurazione può non risarcire il cliente, motivando la decisione, se “emerge l‘incongruenza” del danno dichiarato. Per gli incidenti con soli danni alle cose l’assicurazione potrà chiedere l’identificazione dei testimoni, ma solo con una raccomandata da inviare entro 60 giorni dalla notifica dell’incidente. L’assicurato dovrà rispondere con un’altra raccomandata da inviare entro ulteriori due mesi. Nel caso in cui le compagnie di assicurazione violino o eludano l’obbligo di offrire copertura a chiunque ne faccia richiesta, potranno ricevere multe da un minimo di 2.500 a un massimo di 15mila euro. Oggi la forchetta va da 1.500 a 4.500 euro.
Poste mantiene esclusiva su consegna multe fino al 2017 – Un emendamento dei relatori ha rimandato di un anno, dal giugno 2016 al giugno 2017, lo stop all’esclusiva di Poste Italiane sulla notifica di atti giudiziari e contravvenzioni. Un business che vale almeno 300 milioni di euro all’anno. L’associazione degli operatori postali privati, Fise Are, ha auspicato un ripensamento facendo notare che “l’apertura ai privati, come previsto dalla relazione tecnica del governo allegata al disegno di legge, potrebbe garantire maggiore efficienza, prezzi più bassi per i consumatori e servizi di maggiore qualità“.
Fondi pensione, saltata la portabilità – E’ saltata la norma sulla portabilità dei fondi pensione, in base alla quale il contributo aziendale (1% della retribuzione) si conserva anche se si trasferisce la posizione dal fondo riservato alla propria categoria professionale a uno gestito da una compagnia di assicurazioni o da una banca. Che in media ha costi più alti. Si prevede però che entro 30 giorni dall’approvazione del ddl si debba aprire un tavolo ministeriale in cui siederà anche l’autorità di vigilanza sul settore (la Covip) con l’obiettivo di “riformare le forme pensionistiche complementari collettive”.
Per comprare un garage serve ancora il notaio – E’ stata cancellata la norma che permetteva agli avvocati di autenticare le compravendite di immobili per uso non abitativo di valore catastale massimo di 100mila euro. Soddisfatti i notai che paventavano “rischi sul piano del contrasto alla corruzione e al riciclaggio“, ma il risultato è che i cittadini dovranno continuare a pagare una parcella salata anche per comprare un garage. In compenso il numero dei notai aumenterà: saranno uno ogni 5mila abitanti e non più uno ogni 7mila.