Esiste all’interno delle cellule una speciale cassetta degli attrezzi. Protegge il codice della vita da errori e danni provocati da possibili agenti mutageni, esterni o interni. In natura, come ha insegnato Darwin, il cambiamento è uno dei motori dell’evoluzione. Ma troppi mutamenti nell’alfabeto della vita possono essere pericolosi, e portare alla comparsa di patologie. Per questo la natura ha previsto un meccanismo di riparazione, una sorta di sistema di correzione di bozze, senza il quale il nostro materiale genetico accumulerebbe nel tempo errori su errori, piombando in una sorta di caos chimico, incompatibile con la vita. Oggi gli scienziati che hanno contribuito a capire come funziona questo speciale kit di riparazione molecolare, Paul Modrich, Aziz Sancar e Tomas Lindahl, sono stati premiati con il Nobel per la chimica 2015.
“Il loro lavoro ha fornito una fondamentale conoscenza di come la cellula funziona, ed è utilizzato per lo sviluppo di nuove terapie anticancro“, si legge nelle motivazioni dell’Accademia svedese. “È uno dei motivi – spiega Paul Modrich, uno dei tre premiati -, per cui la ricerca guidata dalla curiosità è così importante: non si sa mai, con l’aiuto anche di un po’ di fortuna, dove può portarti”.
Abbiamo chiesto a Carlo Alberto Redi, accademico dei Lincei e professore di biologia dello sviluppo all’Università di Pavia, di parlarci del significato di questo riconoscimento.
Cosa pensa della scelta del comitato dei Nobel per il premio in chimica del 2015?
Si tratta di una scelta molto importante, che testimonia come ormai siamo entrati nel millennio delle scienze della vita. La biologia, infatti, sta invadendo sempre più tutte le altre discipline, ad eccezione della fisica: da come arriviamo sul Pianeta, a come lo lasciamo, dall’ecologia alla produzione di energia, o di cibo. Basti pensare ai progressi fatti negli ultimi anni nel campo della biologia sintetica.
Cosa hanno scoperto gli studiosi premiati oggi?
In ogni istante della vita il Dna si divide nei miliardi di cellule che compongono il nostro organismo. Questo processo è soggetto ad errori. Inoltre, il Dna è continuamente esposto all’azione di agenti mutageni, sia endogeni che esogeni. Per questo, esistono dei sistemi di riparazione, dei meccanismi di taglia e cuci. Si tratta di processi universali e ubiquitari, presenti in tutti gli organismi, dai più semplici come i batteri ai più evoluti come gli esseri umani. Mantenere l’integrità dell’informazione genetica è, infatti, fondamentale, ed ha importanti risvolti su tutti i processi biologici: dalla riproduzione, alla senescenza, fino all’insorgenza delle malattie.
Il comitato dei Nobel sottolinea nella motivazione del premio le ricadute nella lotta al cancro.
Conoscere i meccanismi molecolari di funzionamento della macchina del riparo delle cellule può insegnarci come eventuali alterazioni di questa macchina possano far nascere delle patologie. Un bagaglio di conoscenze che può essere indirizzato verso fini specifici, come possibili trattamenti terapeutici. Ma il Nobel di oggi ha anche altre importanti implicazioni.
Quali?
La sua rilevanza va al di là della comprensione del fisiologico controllo dell’omeostasi dell’organismo. Ci dà anche indicazioni enormi nell’ambito della biologia evolutiva, per esempio sull’origine della vita, o sulla comparsa delle prime forme di riproduzione sessuale. Molte delle molecole coinvolte nei processi di riparazione del Dna si sono, infatti, evolute parallelamente alle stesse molecole custodi del codice della vita, come Dna e Rna e, quindi, alla comparsa delle prime forme di vita.
In futuro cosa possiamo attenderci da queste ricerche?
Di certo si scopriranno nuovi e sofisticati sistemi di taglia e cuci, con importanti applicazioni in biologia, come sta già avvenendo con l’innovativo sistema di editing del Dna “CRISPR” (clustered regularly interspaced short palindromic repeats). La possibilità di modificare il Dna e correggerne gli errori può avere, infatti, tantissime ricadute, non solo in medicina. E non è escluso che sentiremo ancora l’Accademia reale di Svezia annunciare l’assegnazione di un nuovo premio Nobel proprio su questo filone di ricerca.