Mentre il governo Renzi conferma che l’attesa privatizzazione di Ferrovie dello Stato andrà in porto non prima della seconda metà del 2016, l’Unione europea accelera sulla liberalizzazione dei servizi ferroviari. I ministri dei trasporti dei 28 Paesi Ue hanno raggiunto all’unanimità un accordo sulla nuova normativa sull’accesso alla rete da parte delle società ferroviarie europee. Le aziende dovranno poter usare la rete a parità di condizioni per fornire servizi di trasporto passeggeri, sia mettendo in piedi propri servizi commerciali per competere con gli altri operatori sia partecipando ai bandi di gara per gli appalti per il servizio pubblico. Si tratta del cosiddetto “pilastro di mercato” del pacchetto ferroviario, una serie di proposte legislative che puntano ad aprire i mercati nazionali e arrivare a un’armonizzazione tecnica nel settore. Ora comunque l’intero pacchetto dovrà essere discusso da Parlamento e Commissione prima che si arrivi al testo finale.
Le nuove regole prevedono eccezioni per l’assegnazione di quei servizi pubblici che riguardano mercati piccoli e dalle caratteristiche geografiche particolari, oltre che per i casi in cui va garantita la continuità del servizio. Questi contratti potranno quindi essere assegnati direttamente agli operatori senza gara, ma gli Stati dovranno valutarne i risultati prendendo in considerazione criteri come puntualità e frequenza dei treni. Ci sarà inoltre un periodo transitorio di 10 anni, durante il quale i contratti già firmati potranno essere portati a scadenza.
In più i ministri dei trasporti hanno concordato nuove regole per la governance delle società che gestiscono le infrastrutture ferroviarie, che dovrebbero contrastare i conflitti di interesse e aumentare la trasparenza dei flussi finanziari tra manager delle infrastrutture e operatori ferroviari. Secondo i ministri, la maggior parte delle strutture organizzative delle società nei 28 sono “già largamente compatibili” con queste nuove regole, che mirano più che altro assicurare l’indipendenza dei dirigenti delle infrastrutture che devono decidere a quali operatori assegnarle.
Il ministro dei Trasporti Graziano Delrio ha sostenuto che “l’Italia è stata decisiva nel percorso del quarto pacchetto ferroviario” e ha parlato di “un grande successo politico”. Secondo il vicepresidente del Parlamento europeo e relatore della governance del pacchetto David Sassoli (Pd), con l’accordo “anche per l’Italia si apriranno nuovi scenari per gli investimenti, grazie all’apertura verso gli altri mercati ferroviari europei”. Tuttavia “sarà importante negoziare sia la governance che l’apertura dei servizi ferroviari regionali, per realizzare finalmente un mercato unico con regole certe e chiare sulla trasparenza finanziaria impedendo così che le imprese europee facciano shopping in altri paesi con i soldi dei contribuenti”.
La notizia dell’accordo è arrivata nel giorno in cui Fabrizio Pagani, capo della segreteria tecnica del Mef, ha detto che la quotazione del 40% di Fs “è un’operazione delicata” che presenta “elementi di complessità importanti” per cui l’esecutivo conta di portarla a termine “nella seconda metà del 2016”.