Ci sono voluti quasi 5 anni, ma ora l’ex Casa del Fascio è del Comune di Predappio. Ora l’amministrazione deve trovare i soldi per portare a termine il progetto: trasformare la struttura in un Centro studi dedicato alla storia d’Italia di inizio Novecento. Tuttavia, Giorgio Frassineti, il sindaco renziano della cittadina da 6mila abitanti nel forlivese, ancora oggi meta di pellegrinaggio per i nostalgici del Ventennio, festeggia. “Entro due settimane – racconta a ilfattoquotidiano.it – l’edificio storico passerà dalle mani dello Stato a quelle del Comune, attraverso una cessione del bene, e finalmente avremo la possibilità di preparare il bando per l’assegnazione dei lavori, che dovrebbero cominciare entro il 2017”. Nei giorni scorsi, infatti, l’amministrazione ha siglato il programma di valorizzazione, che certifica il via libera del Demanio e della Soprintendenza al progetto. Avvenuta la cessione del bene, quindi, bisognerà trovare i 5,5 milioni di euro necessari a finanziare la riqualificazione e la valorizzazione dell’edificio: 2.400 metri quadrati di superfici calpestabili e una torre alta 40 metri, costruito in epoca fascista a celebrare il successo del partito e al contempo per rafforzarne il controllo territoriale, oltre che per ospitare uffici, spazi educativi e dopolavoro, nel cuore della città che diede i natali al Duce Benito Mussolini.
“500mila euro li metterà l’amministrazione, sono fondi comunali, e 3 milioni di euro speriamo di ottenerli tramite la Misura 5 dei Fondi strutturali europei, gestiti dalla Regione Emilia Romagna, rivolti ai progetti culturali di valenza turistica”. A quel punto, calcola Frassineti, le risorse dovrebbero essere sufficienti a coprire i costi del primo stralcio del lavori, “e saremo ancor più motivati a trovare i 2 milioni di euro mancanti”. Secondo i piani del Comune, quindi, la Casa del Fascio, progettata dall’architetto Arnaldo Fuzzi e costruita tra il 1934 e il 1937, potrebbe riaprire nel 2019. “L’obiettivo è sempre stato quello di restituire l’edificio alla collettività – racconta il sindaco di Predappio – ha una forte valenza storica, e a prescindere dalle polemiche che l’intenzione di restaurarlo e riqualificarlo ha sollevato, io credo che la storia vada studiata, analizzata e riflettuta in modo rigoroso, anche attraverso i luoghi e i siti che ne sono simbolo”.
Sostenuto sia dalla giunta cittadina a guida Pd, sia dal centrodestra, il progetto di riqualificazione della Casa del Fascio, negli anni, ha scatenato più di qualche polemica. Da un lato, infatti, c’è chi considera l’idea di un museo sul fascismo un’occasione per non dimenticare i fatti accaduti durante il Ventennio, la Seconda Guerra Mondiale e la Resistenza, mentre dall’altra c’è chi punta il dito contro l’iniziativa di Predappio accusando Frassineti e la sua giunta di voler celebrare il fascismo, e chiede la cancellazione dei simboli littori. “Ma la storia è storia – sottolinea il primo cittadino di Predappio – e le polemiche non mi scoraggiano, anche perché è un modo come un altro per fare i conti con il nostro passato. Il Ventennio ha inciso sia sulla storia italiana, sia su quella europea, ma affrontarlo dal punto di vista storico non significa perdonare. La parola museo spaventa, ma chi l’ha detto che debba essere una forma di celebrazione? Sono forse celebrativi i musei sulla schiavitù, sull’Olocausto o sulla Seconda Guerra Mondiale?”.
Oggi ridotta a un pericolante scheletro in muratura affacciato sulla piazza principale della città, nonostante nel 2007 l’amministrazione abbia speso 300.000 euro per metterla in sicurezza, la Casa del Fascio, tra centro studi, museo e biblioteca, ripercorrerà quindi la storia del Ventennio sin dalle sue origini. “A scuola non la si studia più, ci si limita a parlare degli ultimi due anni del Fascismo, di Salò, è rimasta materia dell’Università. Ma tentare di cancellare questa parte di storia può solo fare danni, perché, ad esempio, quelli sono anche gli anni della Resistenza italiana. La storia è un insieme di eventi concatenati, e per comprenderli bisogna analizzarli tutti”.
Predappio, fa i conti Frassineti, “attira ogni anno oltre 100.000 turisti e non tutti sono vestiti di nero. Questa città, che ha dato i natali sia al Duce, sia al partigiano Adone Zoli, ex Presidente del Consiglio, è un simbolo della storia italiana”.