Circa 60mila manifestanti hanno protestato contro la riforma del governo Renzi, ma anche contro le politiche dell'Unione europea e la gestione dell'emergenza immigrazione: "Vogliamo poter scegliere il nostro futuro, poter vivere una vita dignitosa"
Una giornata di proteste e manifestazioni contro la “Buona Scuola” di Matteo Renzi: la prima di un’intera settimana di mobilitazione che culminerà il 17 ottobre, giornata mondiale contro la povertà. Nella notte tra giovedì e venerdì gli studenti della Rete della Conoscenza, Unione degli Studenti e Link-Coordinamento Universitario, hanno messo in atto un blitz a Roma, di fronte al Miur, per lanciare i cortei che si sono svolti in oltre 90 città d’Italia. Tra Milano, Roma, Torino, Bologna, Firenze, Napoli, Palermo e Bari hanno partecipato, secondo gli organizzatori, circa 60mila persone.
“Siamo davanti a Montecitorio perché qui sono state votate tutte le riforme del Governo: Buona Scuola, Jobs Act e Sblocca Italia con forzature democratiche. Saremo in piazza contro le politiche del Governo perchè vogliamo potere, nelle nostre scuole, nelle nostre università, sui territori e sulle nostre vite – ha spiegato Riccardo Laterza, portavoce della Rete della Conoscenza – Per rivendicare l’istruzione gratuita, per una nuova idea di diritto allo studio e contro la situazione incresciosa che ha escluso migliaia di studenti dalle borse di studio a causa della riforma dell’Isee. Vogliamo potere: poter studiare, poter scegliere il nostro futuro, poter vivere una vita dignitosa, poter cambiare collettivamente la nostra condizione di subalternità”.
“Oggi siamo scesi in piazza in 90 città come studenti per dimostrare che continueremo a lavorare, scuola per scuola, contro l’applicazione della riforma e per la costruzione pratica della nostra idea di scuola dal basso”, ha dichiarato Danilo Lampis, coordinatore nazionale dell’Unione degli Studenti.
MILANO
Oltre un migliaio di persone tra studenti e militanti dei centri sociali hanno sfilato a Milano contro la riforma della scuola: tra i partecipanti il collettivo Lambretta, il centro sociale Cantiere e la Rete studenti. La marcia è iniziata verso le 9.30, dopo che in largo Cairoli, punto di ritrovo dei manifestanti, alcuni contestatori si sono arrampicati sul monumento equestre della piazza e hanno lanciato alcuni fumogeni. Circa un’ora dopo la facciata della sede di Unicredit di piazza Cordusio è stata imbrattata ed è stato esposto uno striscione in cui il gruppo bancario è accusato di finanziare aziende produttrici di armi. I manifestanti hanno anche tirato del filo spinato davanti all’ingresso del consolato ungherese per contestare le politiche del governo di Viktor Orban. La protesta è continuata poi con un blocco del traffico tra corso di Porta Romana e corso di Porta Vigentina: alcuni ragazzi si sono distesi sull’asfalto e attorno ai loro copri sono state tracciate delle sagome, per simboleggiare la tragedia dei migranti che muoiono nel tentativo di arrivare sulle nostre coste.
ROMA
Il corteo studentesco della capitale, organizzato dall’Unione degli Studenti con la collaborazione della Cgil, è partito da Piazza della Repubblica verso le 11 ed è iniziato con un gesto simbolico: i ragazzi hanno buttato giù un muretto fatto di scatole di cartone, per dimostrare la loro intenzione di voler abbattere gli ostacoli di questa nuova riforma. “Riprendiamoci la scuola. Noi non ci fermiamo”, recitava lo striscione che ha accompagnato i circa tremila studenti, alcuni dei quali hanno indossato delle maschere con il volto della cancelliera tedesca Angela Merkel, esponendo anche la bandiera della Grecia. “E’ un modo – hanno detto i manifestanti – per esprimere la nostra vicinanza al popolo greco e a tutti gli Stati europei come l’Italia costretti a sottostare alle regole imposte all’Unione europea dal governo tedesco. La scuola di classe voluta da questo governo è buona solo per i padroni e per Confindustria. E’ un modello imposto dalle istituzioni europee, finalizzato solo alla precarizzazione degli studenti”. Il corteo si è concluso davanti al Colosseo, ma non è la fine: “Le iniziative degli studenti – hanno spiegato i ragazzi – per far sentire la nostra voce contro un governo che non vuole ascoltarci, continueranno anche nei prossimi mesi. Bisogna ripartire dal basso e quindi dal nostro futuro, e non dalle banche e dalle multinazionali“. Il Questore di Roma, Nicolò D’Angelo, si è complimentato con gli studenti che hanno manifestato, poiché “sono stati mantenuti gli impegni assunti durante il tavolo tecnico svoltosi ieri in Questura, consentendo così di ridurre al minimo i disagi per la cittadinanza”.
TORINO
Studenti in piazza anche nel capoluogo piemontese, dove i manifestanti si sono dati appuntamento in tre parti differenti della città per altrettanti cortei contro l’affidamento della costruzione della casa dello studente a imprese private. Un gruppo ha occupato il gasometro Italgas, in corso Regina Margherita, poco distante dal Campus Einaudi dell’Università: dopo aver forzato gli ingressi della struttura, abbandonata da tempo, i manifestanti si sono sistemati negli spazi che devono essere abbattuti per ospitare la nuove residenze universitarie. In mattinata la polizia ha proceduto con lo sgombero del gasometro: i manifestanti sono stati portati via di peso e uno di loro ha chiesto l’intervento dell’ambulanza. Sulla vicenda è intervenuto il segretario della Fiom torinese, Federico Bellono: “Mi sembra di poter dire che la reazione delle forze dell’ordine sia stata spropositata rispetto all’iniziativa degli studenti. Servirebbe una capacità di ascolto da parte delle istituzioni che al momento purtroppo non si vede”.
FIRENZE
Contro la “Buona Scuola” hanno sfilato a Firenze circa 500 ragazzi delle scuole superiori. Il corteo, organizzato da Rete studenti, Udi e Studenti in movimento, è partito da piazza San Marco e ha percorso le strade del centro gridando slogan contro il governo Renzi e il ministro della Pubblica istruzione Stefania Giannini. Alla manifestazione hanno aderito anche i giovani di Rifondazione Comunista, che hanno ricordato in una nota gli obiettivi della protesta: difesa del diritto all’istruzione, opposizione ai tagli e rilancio di un modello partecipato, che metta al centro i lavoratori della scuola e gli studenti.
BOLOGNA
Striscioni e gesti simbolici di solidarietà ai migranti hanno caratterizzato anche il corteo di circa 200 studenti medi che hanno sfilato per il centro di Bologna. Il gruppo è partito alle 9 da piazza San Francesco e ha sfilato per le vie del centro, senza scontri ma con qualche disagio al traffico, per concludersi poco dopo le 11 in piazza Verdi, nella zona universitaria. Passando davanti alla stazione gli studenti hanno simbolicamente tagliato una rete in plastica, per protestare contro le procedure di alcuni governi europei che respingono i migranti in fuga dalla guerra, mentre di fronte alla sede dell’Ufficio Scolastico provinciale hanno affisso immagini di scuole degradate e aule fatiscenti. I manifestanti hanno anche rilanciato la mobilitazione contro il nuovo calcolo dell’Isee “che taglia gli studenti idonei alla borsa di studio del 20% in Emilia-Romagna – hanno scritto gli studenti in una nota – aggravando il problema dell’esclusione dai percorsi di studio”.
NAPOLI
Petardi, uova e vernice rossa: hanno protestato così gli studenti a Napoli contro la riforma della scuola. Sono due i cortei che hanno attraversato la città: uno, partito da piazza Mancini e diretto verso la zona della Sanità, l’altro, iniziato in Piazza del Gesù e diretto a via Sanfelice. I petardi sono stati esplosi in varie zone, in particolare in via Medina, vicino alla Questura. Uova e vernice rossa sono stati lanciati invece in via Sanfelice: nel mirino dei manifestanti la sede dell’agenzia di lavoro Manpower. Gli studenti hanno portato cartelli contro Renzi e hanno marciato accompagnandosi con slogan e cori.
PALERMO
“Contro la buona scuola. Ribaltiamo il governo Renzi. Riprendiamici il futuro”. Riuniti dietro questo striscione gli studenti siciliani si sono riuniti per manifestare contro la riforma della scuola del governo Renzi. “Gli studenti sono scesi in piazza per esprimere il loro dissenso nei confronti della Buona Scuola e del Governo Renzi – hanno scritto in una nota – Per denunciare le disastrose condizioni dell’edilizia scolastica palermitana, che costringe gli studenti di diverse scuole palermitane a seguire le lezioni in turni diversi e in strutture fatiscenti e prive di servizi”. A Palermo anche un gruppo di universitari della piattaforma Studenti contro il nuovo Isee: “Siamo qui oggi – spiegano – perché a causa dei nuovi parametri del calcolo Isee migliaia di studenti quest’anno non beneficeranno della borsa di studio, né tantomeno degli alloggi. Il nuovo calcolo Isee rende ancora più inaccessibile un’università come quella palermitana che negli ultimi anni ha subito un vertiginoso calo di iscritti sia a causa dei costi troppo alti sia a causa dell’esodo di massa di migliaia di giovani siciliani”.
BARI
Nel capoluogo pugliese, secondo gli organizzatori della manifestazione, sono circa duemila gli studenti che stanno protestando contro la “Buona scuola” del governo. “Una riforma – ha spiegato Arianna Petrosino dell’esecutivo Uds Puglia – che non è il prodotto di una consultazione, al contrario di quanto si vuole far credere”. Si sfila contro “lo strapotere dei presidi, l’influenza dei privati, il restringimento degli spazi di democrazia e partecipazione”, ha aggiunto la Petrosino, con slogan come “Con questa riforma a scuola non si torna” e “Contro la scuola dei padroni, dieci, cento, mille manifestazioni”.