Partono favoriti i piloti della scuderia tedesca e Lewis Hamilton può allungare nel mondiale piloti; la Ferrari proverà a rovinare la festa. Intanto è ancora incerto il futuro della Red Bull dopo la fine del rapporto con la Renault sulla fornitura dei motori
In Russia a districarsi tra fiumi di gasolio rovesciati, e poi pioggia, tuoni e fulmini. L’immagine, che potrebbe essere emblematica della situazione geopolitica del paese, si riferisce in realtà alla Formula Uno. In particolare alla prima giornata di prove libere del GP di Sochi, funestate la mattina dal carburante in pista e il pomeriggio dal maltempo, per una strana classifica che vede quindi in testa Massa seguito da Vettel, Bottas, Verstappen e Alonso.
Sabato mattina la terza sessione delle prove libere prevede cielo sereno, e così le qualifiche del pomeriggio. E sul circuito di Sochi si ristabiliranno le gerarchie, con Lewis Hamilton e Nico Rosberg della Mercedes che qui hanno dominato lo scorso anno nella gara inaugurale e che qui dovrebbero ripetersi anche domenica: confermando la supremazia in classifica piloti e magari chiudendo anche definitivamente il discorso per la classifica costruttori. La gara sarà trasmessa domenica in diretta alle 13 su Sky Sport e in differita alle 21,10 su Rai 2.
La pista russa – molto lunga e piena di curve, con poca usura degli pneumatici – potrebbe ricordare per certi aspetti il circuito di Singapore, dove a fine settembre ha trionfato Sebastian Vettel. Ma il ferrarista frena: “No, questa è una gara completamente diversa, avremo le stesse gomme ma non sarà la stessa storia. Se poi dovesse finire come a Singapore non mi darebbe certo fastidio”. Magari tra Mercedes e Ferrari potrebbe spuntare proprio la Williams di Massa, o quella di Valeri Bottas che lo scorso anno è arrivato terzo, ma la gara sembra già assegnata.
Ecco che allora nei paddock si disegnano le strategie per il futuro – lo stesso Vettel ha detto: “L’obiettivo è fare bene e acquisire informazioni preziose da riversare sulla macchina del prossimo anno, per lottare e provare a vincere il titolo” – e a tenere banco è soprattutto il futuro della Red Bull, che avendo terminato il rapporto per la fornitura dei motori con Renault non sa ancora con chi la sostituirà.
E’ ancora Vettel, che con la scuderia anglo-austriaca ha vinto 4 titoli in 5 anni, a lanciare l’allarme: “Salvate la Red Bull, sarebbe un peccato per tutti se un team del genere dovesse scomparire dalla F1”. Dopo il rifiuto della Mercedes, non tanto perché già d’accordo con la Manor quanto perché non ha nessuna intenzione di fornire i migliori motori (i suoi) a chi ha la migliore aerodinamica (quella Red Bull dove c’è un certo Adrian Newey), la Red Bull ha bussato in casa Ferrari, ma anche da Maranello è arrivato un rifiuto. Qui la motivazione è che fornendo già Sauber e Haas, e nel caso Toro Rosso, i costi salirebbero troppo. Ecco perché Marchionne ha proposto alla Red Bull gli attuali propulsori del 2015, ricevendo però un secco no.
Sulla questione è intervenuto anche Bernie Ecclestone, che ha tirato le fila del discorso: “La Mercedes ha stretto un accordo con la Manor nonostante la Red Bull abbia richiesto prima il motore. Magari hanno pensato che se avessero dato i propulsori alla Red Bull ci sarebbe stata la possibilità di essere battuti, mentre con la Manor non è plausibile. Di certo non posso obbligare la Ferrari a dare la power unit aggiornate al 2016 alla Red Bull”. Salvo poi aggiungere: “Tutto è stato risolto quindi non mi preoccuperei”. Mah. Nel frattempo il vecchio Bernie ne ha approfittato anche per smentire se stesso, dicendo: “Ho detto solo che ci sono tre persone interessate a comprare. Ma io non venderò, e anche Mackenzie (presidente di Cvc Capital Partners, che con il 35,5% detiene la maggioranza delle azioni di Formula One Group) non vuole vendere. È difficile quando qualcuno vuole comprare e qualcuno non vuole vendere”. Doppio Mah.