Il weekend del Gp di Russia non ci sta regalando molti spunti tecnici interessanti da analizzare ma sta fornendo molte altre tematiche interessanti che riguardano il futuro di questo sport che per certi aspetti sembra un pochino alla deriva, in un momento chiave della sua storia vista la probabile vendita del Circus a fine anno.
Uno sport dal futuro incerto, viste le continue difficoltà economiche che ogni anno, sempre più team, devono affrontare e che ora rischia di perdere anche una squadra che ha segnato la storia di quest’ultimo decennio: la Red Bull.
La squadra dei cosiddetti “bibitari” infatti, a causa di scelte forse un po’ troppo affrettate, rischia di ritrovarsi senza un fornitore di motori per il 2016. Secondo le ultime notizie, la Ferrari si sarebbe rifiutata di fornire i motori alla Red Bull, mentre avrebbe acconsentito per una fornitura di propulsori alla Toro Rosso ma con quelli in specifica 2015.
Se la Red Bull non dovesse, quindi, trovare, in tempi brevi, un fornitore di motori, potrebbe correre il serio rischio di non partecipare al prossimo campionato del mondo di F1. I tempi, infatti, stringono e tutti i team già sono al lavoro sulla progettazione e sviluppo delle monoposto 2016, cosa che la Red Bull non può portare avanti senza conoscere le caratteristiche d’ingombro e bilanciamento del motore che andrà installato. Ingegneri, quindi, bloccati nel loro lavoro, ma anche vertici dell’azienda Red Bull che in questo momento sembrano non trovare soluzione ad un rebus che potrebbe aprire a scenari forse mai visti in Formula 1.
Per riempire la griglia di partenza la Federazione potrebbe chiedere ai team maggiori di schierare una terza macchina, ipotesi già più volte avanzata da molti come soluzione che potrebbe rendere più spettacolare questa categoria. Visto il divario tecnico di prestazioni forse potrebbe ravvivare lo spettacolo ma solleva interrogativi su quanto fatto finora e su alcune scelte in campo motoristico fatte dalla Federazione guidata da Jean Todt.
In molti si erano detti contrari all’introduzione di queste Power Unit dotate di sovralimentazione e motogeneratori elettrici. Le vetture ibride non sembravano convincere in molti sia per una questione di spesa (gli investimenti dei team nel campo di queste tecnologie sono cresciuti vertiginosamente) ma anche per il risultato in termini di fascino e “sound”.
Non c’è certo un bel clima nei paddock della Formula in questo momento, sempre più lontana dai tifosi sia emotivamente che geograficamente ed impegnata in paesi in cui la tradizione motoristica è a dir poco assente.