Continua a crescere pericolosamente la tensione in Israele. A Gaza, a ridosso della barriera difensiva, nei pressi del kibbutz di Nahal Oz, sono scoppiati scontri tra palestinesi ed esercito israeliano. Secondo l’agenzia Maan – che cita fonti mediche locali – 7 manifestanti sono morti e circa 30 sono rimasti feriti. Per ora nessuna conferma da parte israeliana. Sempre da Gaza, arriva l’appello del leader di Hamas, Ismail Haniyeh, che chiede ai palestinesi di intensificare gli attacchi e trasformarli in una vera “intifada” per liberare Gerusalemme. “Confermo che Gaza sostiene la battaglia Gerusalemme e per la moschea di al-Aqsa e supporta la benedetta Intifada nonostante il dolore, il blocco e cospirazioni”, ha detto Haniyeh durante la preghiera musulmana del venerdì in una delle principali moschee di Gaza.
A Hebron, un cittadino palestinese è stato ucciso dalle forze di sicurezza, dopo che ha accoltellato un poliziotto nell’insediamento ebraico di Kiryat Arba. Lo ha riferito la portavoce della polizia israeliana Luba Samri, aggiungendo che l’agente aggredito ha riportato ferite lievi e che la zona dell’aggressione è stata isolata. Aggressioni a Dimona, città nel sud del Paese. Questa volta le vittime sono quattro arabi, accoltellati a distanza di poche ore: una ritorsione per gli agguati dei giorni scorsi a cittadini israeliani aggrediti in strada, dice la polizia che parla di attacco “nazionalistico” messo a segno da un ebreo di Dimona già arrestato. A finire nel mirino del fanatico sono stati un netturbino e tre muratori. Le condizioni di uno sono serie, meno preoccupanti quelle di un altro. Per gli altri due si parla di ferite leggere. Si trovano tutti ricoverati in ospedale.
Il sindaco di Dimona, Benny Biton, ha riferito a Radio Israele che il sospettato era un residente della città già “noto alla polizia”. Dura la condanna del premier Benyamin Netanyahu: “Il primo ministro – afferma un comunicato del suo ufficio – condanna con forza l’attacco a persone innocenti. Israele è uno Stato di diritto. Quanti ricorrono alla violenza saranno perseguiti per legge, chiunque essi siano”.
Gli agguati di oggi sono una risposta a quelli del 7 ottobre, quando una ragazza palestinese di 18 anni ha pugnalato due passanti alla Porta dei Leoni, a Gerusalemme. Per reazione uno dei due, un uomo di 36 anni, le ha sparato, ferendola in modo grave. Poche ore dopo nel Negev, l’esercito israeliano ha ucciso un palestinese che aveva provato ad accoltellare un soldato. Il terzo episodio a Petach Tikva, dove un uomo è stato ucciso dopo aver ferito con un’arma da taglio un ebreo ortodosso di 25 anni. Il 3 ottobre, un uomo di origine palestinesi è stato ucciso dalla polizia.