Cultura

‘Pillole blu’ di Frederik Peeters, a contatto con la Malattia come davanti a un rinoceronte albino

COVER PILLOLE BLU“L’ignoranza genera la paura” potrebbe suonare come una frase banale, anzi dobbiamo ammettere che in parte lo è. Ma è altrettanto vero che può passare come verità assoluta, soprattutto se legata a quello che a conti fatti ha rappresentato e tutt’ora rappresenta uno degli argomenti tabù per eccellenza della società occidentale: l’HiV. Un acronimo che a partire dalla seconda metà dello scorso secolo è sempre strisciato sotto superficie, sbucando di tanto in tanto nella discussione pubblica in forma di appelli di sensibilizzazione il più delle volte rimasti inascoltati. Nei primissimi anni del duemila ci ha provato anche Frederik Peeters attraverso Pilules Blues (in Italia nella prima edizione grazie a Kappa Edizioni), autobiografia disegnata in cui il fumettista elvetico ricostruisce e rende pubblico il rapporto sentimentale che lo ha visto legarsi a Catie e suo figlio, entrambi ‘macchiati’ dall’ombra della serio-positività.

Pillole Blu – che dal 12 giugno è possibile trovare in tutte le librerie in una nuova versione edita da Bao Publishing – oltre ad essere una storia d’amore è il ritratto della quotidianità. Una quotidianità spezzata da una dolorosa confessione che, se al lettore costerà un pesantissimo magone allo stomaco, per Fred vorrà dire cominciare a guardare le cose da tutt’altra prospettiva, a partire dal rivalutare il concetto di normalità. Da quel “Ho l’HiV Fred…” sussurrato di fronte a un bicchiere di vino rosso da Catie nell’intimità di una cucina, sarà come salire su di una montagna russa in cui vortici di ansia, rabbia e tristezza si alterneranno a picchi d’amore, reciprocità e tenerezza.

L’obiettivo di Peeters apparirà chiaro sin dalle prime tavole: sdrammatizzare nei limiti del possibile tutti quei luoghi comuni e racconti sensazionalistici venutisi a creare attorno alla Malattia, che con il passare delle pagine assumerà le sembianze di un rinoceronte albino, svuotandola della componente della paura e dell’ignoranza. E lo farà non tanto andando alla ricerca dell’empatia del lettore, tutt’altro. Attraverso la sua scrittura cruda e al tempo stesso ironica, Peeters aprirà al proprio pubblico le porte del lato più intimo della sua vita, lo trascinerà tra i suoi su e giù emotivi, strappandogli risate e in più di un’occasione facendogli luccicare, con l’arma della tenerezza, gli occhioni. Ma soprattutto gli darà modo di riflettere. Riflettere che l’amore molto spesso è la più efficace delle medicine.