Gigi Buffon vende il gruppo tessile Zucchi ai francesi di Astrance Capital Sas. La società di Rescaldina controllata dal portiere della Nazionale e della Juve ha comunicato infatti di aver accettato la proposta del fondo che già nel 2011 aveva rilevato da Zucchi il marchio Descamps: Astrance acquisirà il controllo della Gb Holding di Buffon, a cui fa capo il 56% della società quotata a Piazza Affari, e sottoscriverà un aumento di capitale riservato da 10 milioni di euro. Dopo la notizia le azioni Zucchi hanno guadagnato terreno in Borsa arrivando a segnare un +6% per chiudere la seduta a +2,74%.
Prima dell’intervento del cavaliere bianco francese Zucchi era sull’orlo del fallimento: lo scorso aprile ha chiesto l’ammissione al concordato in bianco con l’accordo delle banche creditrici Unicredit, Intesa e Bpm, che sono esposte per circa 80 milioni di euro e hanno anche il 12,5% del capitale. Tra meno di due settimane, il 20 ottobre, deve presentare al tribunale il piano di ristrutturazione del debito. Nel 2013 la società aveva sottoscritto un accordo con gli istituti, ma non è riuscita a rispettarlo: nel febbraio di quest’anno ha violato alcuni obblighi finanziari e non ha pagato la rata di rimborso in scadenza. A quel punto l’advisor AT Kearney ha predisposto un nuovo piano industriale e chiesto e ottenuto dalle banche un “congelamento” degli accordi in essere. Ma la situazione non si è risollevata e in aprile è arrivata la decisione di chiedere il concordato e “un supporto di nuova finanza per implementare il nuovo piano industriale”, come dichiarato dall’amministratore delegato Giovanni Battista Vacchi.
All’inizio di ottobre è arrivata una piccola boccata di ossigeno con la cessione per 150mila euro al fondo spagnolo Phi Asset Management Partners della controllata Mascioni di Cuggiono (Varese). Mentre l’advisor Ernst & Young continuava a cercare un investitore in grado di iniettare capitali freschi nella società e rispondere alle richieste delle banche.
Buffon è diventato socio dell’azienda di biancheria per la casa nel 2010 e nel gennaio 2014 ne è diventato primo azionista investendo in tutto 18 milioni di euro per rilevare quote dalla famiglia fondatrice, scesa contestualmente all’8,6%. Non è stato un investimento felice: secondo quanto calcolato dal Sole 24 Ore, il portiere bianconero ha perso, tra aumenti di capitale e acquisto di azioni, circa 20 milioni di euro.