Lino Amantini, ristoratore fiorentino, domenica ha raccontato al Fatto che quando l'attuale premier stava a Palazzo Vecchio, le fatture dei pasti del primo cittadino venivano inviate direttamente alla sede comunale
La Corte dei Conti ha aperto un fascicolo a seguito delle dichiarazioni del ristoratore fiorentino Lino Amantini, che domenica ha raccontato al Fatto Quotidiano come ai tempi di Matteo Renzi sindaco fosse abitudine inviare le fatture dei pasti del primo cittadino direttamente a Palazzo Vecchio. Domenica pomeriggio il premier aveva inviato al nostro giornale alcuni sms negando la ricostruzione del titolare della trattoria da Lino. L’uomo, da due giorni assediato da telecamere e cronisti, ha scelto di restare in silenzio: “Non rispondo ai giornalisti, non parlo con nessuno, non dico proprio nulla. E’ tutto il giorno che squilla questo telefono. Lasciatemi lavorare, per favore, lasciatemi in pace”, sono le sue sole parole, rilasciate all’agenzia Ansa.
I magistrati contabili – che già avevano acquisito parte della documentazione relativa alle spese di rappresentanza e alle assunzioni per chiamata diretta effettuate da Renzi quando era sindaco e già in corso di verifiche – hanno reso noto che acquisiranno ulteriore materiale dall’archivio amministrativo del Comune di Firenze per accertare tutte le spese dell’ex sindaco.
In giornata si è mossa anche l’opposizione di Palazzo Vecchio. Nel corso dell’odierno consiglio comunale, infatti, il consigliere Tommaso Grassi ha chiesto al sindaco Dario Nardella – presente in aula – di “rendere trasparenti le spese di questa amministrazione e della precedente”. Ha detto Grassi: “Abbiamo letto tutti stamani sui giornali che dopo le dimissioni del sindaco di Roma Ignazio Marino sono saliti agli onori della cronaca la questione degli scontrini e delle fatture del nostro presidente del Consiglio. Renzi noi lo conosciamo bene, ci ha mostrato già in Provincia ottime performance. Ma stamani ha risposto al Fatto Quotidiano che gli chiedeva di rendere pubblici i suoi scontrini di averli già messi per primo on line. Ebbene noi siamo andati a cercarli ma non ne abbiamo trovato uno, salvo qualche generica indicazione di spesa. Rispetto a quello che è stato fatto dall’ex sindaco Marino che ha indicato scontrini, data e compagnia con la massima trasparenza immaginabile. Io, che già ero consigliere quando Renzi era sindaco, ho già chiesto negli anni per ben quattro volte di avere copia di questa documentazione ma mi è stata sempre negata. Quindi ci uniamo alla richiesta del Fatto e le chiediamo di rendere gli scontrini tutti – sia quelli di Renzi sia i suoi, Nardella – trasparenti nel miglior modo possibile, visto che al momento online di trasparente sulle spese c’è ben poco”.